Rispondo a Felicefranca e a Claudio Rampini sul perchè sono sparita dal giornale online. Mi concedo una premessa-ringraziamento: senza tutti voi questo blog non sarebbe lo stesso. Non è piaggeria: mi avete aiutato ad arrivare fino qui.

Un anno e mezzo fa, febbraio 2011, a cliccate numero zero e tanta nebbia davanti al naso, ero decisamente un’altra Gioia...a proposito oggi siamo a 133.350 clic!!! La foschia (sul mio comprendere il mondo cancro) si è diradata, i raggi del sole hanno squarciato in parte il grigiume e anche se non posso dire di aver completato il puzzle, parecchi tasselli si sono accasati…

Veniamo alla vostra domanda. La sezione online non è sparita, ha chiuso per ferie e ristrutturazione, per questo non vi ho illustrato il bilancio promesso. A dire il vero sono ancora in attesa di risposte fondamentali. Al ministro Renato Balduzzi ho chiesto perchè non prende in considerazione, in tempi di crisi del welfare, l’ipotesi di un “buono” da assegnare al malato di cancro. Ciascuno avrebbe a disposizione una cifra da spendere e sarebbe libero di curarsi come desidera.

Purchè siano rispettate alcune condizioni: che la cura prescelta si riveli, in un tot di tempo, efficace nel ridurre o fermare il cancro. Che i farmaci abbiano superato i test di tossicità e perciò siano sul mercato, che abbiano alle spalle studi pubblicati che ne attestino le proprietà… Via libera alle prescrizioni off label perchè una ricetta formulata in scienza e coscienza da un medico deve valere di più di un’indicazione decisa da un’industria (il famoso bugiardino). Per i non addetti ai lavori: una medicina è registrata con una sola indicazione ma il principio attivo può essere efficace in più malattie (è il caso degli anti-prolattinici usati da Di Bella come antitumorali).

Lo stesso quesito l’ho posto a Luca Pani, direttore Aifa. A lui ho chiesto cosa ne pensa di una deroga speciale per i malati “orfani di cura” cioè per chi, anziano o non in perfetta salute, non riesca a sopportare chemio e radio o, per chi, giovane o vecchio, si trovi sciaguratamente in condizione da “chemio palliativa” (per chi non lo sapesse, io non lo sapevo, se hai metastasi ovunque o se hai un tumore che pervade i tessuti e non si può rimuovere del tutto chirurgicamente, il trattamento è: chemio e radio a oltranza, il che spesso significa: fino alla morte.)

Bastano due conti per capire che ci sarebbe un risparmio non indifferente per le casse dello Stato. Si prendano le centinaia di cause inoltrate ai tribunali di mezza Italia per ottenere il rimborso del Metodo Di Bella: quando un malato dimostra, esami alla mano, che il suo cancro si è fermato, ottiene il risarcimento dalla Asl. Dunque, il sistema sanitario paga le cure e lo Stato si accolla pure le spese legali. Un “buono salute” risolverebbe d’emblée molti sprechi!

Concludo con una riflessione tratta dalla biografia di Luigi Di Bella, “Il poeta della scienza” scritta dal figlio Adolfo, pagina 407: “Dopo millenni di barbarie e superstizioni si arriva alla conquista della scienza. Ma sono bastati pochi decenni per surrogare il principio di scientificità con dogmatismi autoritari.Questo è il cancro che perpetua il cancro. È un’abnormità concettuale e morale considerare scientifico solo ciò che si acconsente sia (ulteriormente) provato, e non ciò che si può, si dovrebbe, ma non fa comodo provare…”alt="20120820-123250.jpg&quot

20120820-222036.jpg