Mi è successo un’altra volta. Giovedì. Stavo andando a una presentazione. Ero in bici, dovevo raggiungere via Santo Spirito, cuore chic di Milano. Ho svoltato in via Montenapoleone, ho rallentato davanti al suo negozio, il salone della parrucchiera famosa che era stata con me in ospedale nel 1984. L’ultima volta che ci siamo viste frequentavo l’università.

Alzo gli occhi da sotto il casco, non ci posso credere, lei si avvicina alla finestra, è lo stesso preciso momento: mi guarda, io la saluto con la mano. “Si ricorda di me?”. “No, chi sei?. Vieni su”. Il tempo di legare la bicicletta e lei è già scesa. Le dico: “Gioia”, ma sono già fra le sue braccia. Quando mi aveva chiesto chi fossi, i suoi occhi mi avevano già riconosciuta, ne sono certa. Sono iridi marroni, intensi. Tutte le persone importanti della mia vita hanno lo sguardo così, non c’entra il colore, c’entra il calore.

Abbiamo ricordato e pianto. Sapeva già di me, le avevo raccontato tutto per telefono l’inverno scorso, quando ero rimasta stupita dalle coincidenze perfette, il tumore a 40 anni, la figlia di 7 anni e, ho scoperto poi, l’ adriamicina rossa come chemioterapia. “Gioia, piangi, non ti preoccupare, vieni qui a parlare, ci sono io. Che cosa incredibile, mi sono avvicinata alla finestra e sei passata”.

Sono rimasta poco, neanche il tempo di un caffè, sarei arrivata troppo tardi alla presentazione. Ma, con quell’incontro preparatomi dal destino (?) ho avuto la sensazione di toccare la verità, di partecipare a un momento eterno.

“È un dolore che non si può dimenticare. Ma se tieni duro, grazie agli affetti, alla famiglia, al lavoro che ti appassiona, arrivi qui”, ha detto proprio così .

Ventotto anni fa, a suo marito, mi aveva descritta con entusiasmo: “Sono in camera con una ragazza di 16 anni che si chiama Gioia, che fortuna non essere nel reparto triste”.

Lei è Miranda Maestri, una grande parrucchiera. È lei che ha creato il caschetto biondo di Raffaella Carrà. La Carrà, figuratevi, è riccissima, ma grazie al suo magico caschetto non è sembrata mai spettinata.

Giovedì ho riconosciuto un’anima bella, l’ho “sentita” prima che si affacciasse e poi lei ha spalancato la finestra.

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