Metti un po’ di Viagra e la chemio va giù
La combinazione di un chemioterapico con uno per la disfunzione erettile e uno per i trapianti di cuore ha aiutato a eliminare le cellule tumorali e ha protetto cuore.
Lo studio è stato presentato durante la Scientific Sessions dell’American Heart Association 2012.
Da diversi decenni la doxorubicina (responsabile del colore rosso della chemioterapia) si usa come anti-cancro per quasi tutti i tumori: seno, ovaie, endometrio, leucemie, linfomi, sarcomi ossei e dei tessuti molli, polmone, tiroide, stomaco, vescica, neuroblastoma, testicolo. Talvolta la si usa ancora contro quei tumori per i quali non si verifica l’auspicata riduzione di massa (tumori cerebrali, renali, melanoma, prostata, colon).
Accade però che i malati di cancro deboli di cuore non possano sopportare le pesanti conseguenze dell’antraciclina, rischierebbero di morire a pochi minuti dall’infusione (che non è un tè ma il nome che infermieri e oncologi danno alla chemioterapia): spesso infatti, accade. Si muore in ospedale per la terapia, prima ancora che per il cancro. Quante sono queste morti? Nessuno lo sa perché nessuno ha interesse a divulgare questi dati. Del resto, non si sa nemmeno quando muoiono i malati di tumore, il ministero della Salute fornisce soltanto i dati della sopravvivenza a 5 anni (!), pure parziali perché non tutte le regioni italiane hanno un registro tumori.
Ecco oggi uno studio in soccorso dei sofferenti di cuore.
Utilizzando modelli cellulari e animali, i ricercatori dellaVirginia Commonwealth University School of Medicine di Richmond hanno scoperto che il sildenafil (che è il Viagra) da solo o in combinazione con la rapamicina (un immunosoppressore usato per prevenire il rigetto di organi trapiantati) ha migliorato significativamente le proprietà anticancro della doxorubicina, proteggendo il cuore.
“Poichè il sildenafil e la rapamicina sono clinicamente approvati come farmaci che proteggono anche il muscolo cardiaco, abbiamo pensato che la loro combinazione con la doxorubicina avrebbe eliminato gli effetti collaterali cardiaci della doxorubicina migliorando ulteriormente la sua capacità di uccidere il cancro”, ha detto Rakesh Kukreja, coautore dello studio.