La notizia di ieri, rimbalzata stamane dai media è: “Aifa diffida Spedali di Brescia dal procedere al prelevamento e al conseguente trasferimento cellule Stamina”. Dunque, nessun esperto potrà prelevare le ampolle per farle analizzare. Nè Camillo Ricordi a Miami, nè gli altri professori italiani che si sono accodati in questi giorni.

Il collega dell’Ansa parla addirittura di un testo della diffida e lascia intendere di averlo letto.

Il commissario degli Spedali Ezio Belleri risponde pure, ieri sera prima di cena. “La nostra azienda si uniformerà alle determinazioni che le autorità sanitarie riterranno di adottare” . Tradotto: obbedisce.

Anche il collega di Adnkronos allude a una diffida che “Aifa ha appena emanato per impedire il viaggio di materiale biologico fuori da Brescia”.

In serata il professor Camillo Ricordi, invia alle agenzie uno stringato comunicato per dire che al momento rinuncia a valutare le cellule Stamina: “Nel clima politico attuale, non sono convinto che anche i più rigorosi dati scientifici generati dal nostro istituto possano contribuire a risolvere questo dibattito acceso. Quindi la mia offerta di studiare il prodotto cellulare sarà posticipata fino a quando ulteriori evidenze emergenti dal processo di revisione dei pari migliorino il clima scientifico, consentendo a qualsiasi contributo accademico di essere d’aiuto“.

Cerchiamo il testo di diffida. Non c’è sul sito. Non ce l’ha nemmeno Aifa. Al telefono ci spiegano che si tratta della famosa ordinanza Aifa del maggio 2012, quella che imponeva, oltre alla chiusura dei laboratori, il divieto assoluto di trasportare le cellule.

Sì avete capito bene. Si spilucca il vecchio – già smentito – e lo si spaccia come nuovo. Poi si mette su il siparietto. Ma è tutto un bluff, perchè con la sentenza del Tar di Brescia del 20 novembre 2012, i giudici hanno “dichiarato improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse”. Che significa? Leggete tutto. L’avvocato dei genitori che ha vinto il ricorso, Marco Vorano, ci spiega: “Il tar di Brescia ha valutato che i pazienti avevano iniziato le cure, pertanto avevano diritto a concluderle e che lo Stato, con la legge Balduzzi sulla sperimentazione, ha dichiarato che l’ospedale di Brescia è il luogo idoneo alla sperimentazione”.

Varano ci spiega anche che l’ordinanza precisa che “non si è dato più conto agli atti di provenienza Aifa” perchè “un’autorità più alta, quella dello Stato, ha ritenuto le infusioni lecite”. Da qui le analisi svolte dall’Istituto superiore di sanità sulle cellule Stamina e pubblicate il 23 agosto 2012. Eccole qua.

Non solo. L’avvocato solleva anche la questione della proprietà delle cellule. “Non appartengono nè ad Aifa, nè agli Spedali ma o al donatore o al ricevente. Non so in virtù di quale norma si possa proibire al proprietario delle cellule di riprendersele”.

“E poi c’è una questione di buon senso – fa notare il legale – Non era stato detto che per il bene dei malati si sarebbe dovuto far chiarezza? Perchè allora si impedisce di far esaminale le cellule a un luminare se tutte le parti sono d’accordo?”

Perchè? Perchè? Perchè?

Capito a che punto siamo? E ci siamo lasciati scappare un Ricordi…

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