Molti di voi hanno spesso citato nel blog il caso dei farmaci dalla molecola quasi identica, Avastin-Lucentis prodotti da due aziende farmaceutiche, Roche e Novartis, solo in apparenza concorrenti. Hanno discusso della differenza esorbitante di prezzo, 81 euro a fiala il primo,  900 euro il secondo (ma era costato anche 1.700 euro). E di come in questi ultimi anni sia stata fatta piazza pulita del farmaco più economico per promuovere il più caro.

Come è stato possibile? Con un losco accordo fra le due aziende e con la pubblicazione di studi falsi che hanno convinto medici e pazienti che “l’economico fa male alla salute”.

Oggi è arrivata la sentenza dell’Antitrust: l’autorità ha condannato Roche e Novartis a pagare una multa di 180 milioni di euro, perché le aziende hanno truffato i malati e lo Stato, tutti noi contribuenti. E l’Aifa? Complice?

Vi segnalo l’ultimo post di Guglielmo Pepe, cliccate qui, che riporta le dichiarazioni di Matteo Piovella, presidente della società Oftalmologica italiana, il quale si chiede: “QUANDO E COME AIFA HA CONTROLLATO ”?

Antefatto: l’Antitrust ha multato con 180 milioni di euro le due aziende Roche e Novartis. I due gruppi (spiega l’autorità garante) si sono accordati in modo illecito per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti. E cioè presentando studi falsi. Per il Sistema sanitario nazionale l’intesa (meglio; l’accordo illecito) ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno.

L’istruttoria è stata avviata nel febbraio 2013 dopo varie segnalazioni.

Sottolinea l’Antritrust che “dalle prove raccolte è emerso che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari.  Avastin è un prodotto che è stato registrato per la cura del cancro ma dalla metà degli anni 2000 è stato utilizzato in tutto il mondo anche per la cura di patologie vascolari oculari molto diffuse; Lucentis è un farmaco basato su una molecola in tutto simile a quella di Avastin ma è stato appositamente registrato (da Genentech negli USA e da Novartis nel resto del mondo) per le patologie della vista fino a quel momento curate con Avastin.

 La differenza di costo per iniezione è significativa. A fronte del rischio che le applicazioni oftalmiche di Avastin, vendute a un prezzo molto meno alto, ostacolassero lo sviluppo commerciale del ben più caro Lucentis, Roche e Novartis – prosegue l’Autorità – hanno attuato una complessa strategia collusiva per ingenerare tra i medici curanti e fra il pubblico timori sulla sicurezza del primo”.

L’Antitrust afferma che da studi comparativi indipendenti è emersa l’equivalenza dei due farmaci.

Ecco le dichiarazioni di Piovella “La sentenza dell’Antitrust rimette le cose a posto su chi ha competenza tecnico scientifica sulla valutazione dell’efficacia dei farmaci utilizzati per curare i pazienti. La Società Oftalmologica Italiana fin dal 2007 ha dimostrato e diffuso la certificazione di equivalenza sia per sicurezza che per efficacia terapeutica dei due farmaci per la cura delle maculopatie Avastin e Lucentis. Incredibilmente AIFA si è fatta sostenitrice della tesi falsa sostenuta da Roche e Novartis circa la pericolosità di Avastin. Di fatto da un anno le azioni di AIFA hanno bloccato l’utilizzo di Avastin in Italia che prima era utilizzato nel 90% dei casi.

Oggi la sentenza di un tribunale, perché l’Antitrust è un vero tribunale, rimette le cose a posto ed obbliga SOI a reiterare a gran voce la richiesta di un commissariamento di AIFA per ripristinare la piena legittimità di utilizzo di Avastin sul territorio nazionale così come avviene in tutto il mondo USA, Germania e Giappone inclusi. Lo dobbiamo ai 100.000 pazienti che oggi sono esclusi dalle cure a causa dell’impossibilità degli ospedali italiani di rifornirsi di Lucentis”.

A questo punto cosa farà il ministro Lorenzin?

 

 

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