Vuoi raccontare la protesta? Vai e consuma le suole delle scarpe, annusa l’aria” insegnava il capocronista.

Eccomi a Bologna, in una piazza del Nettuno traboccante. Migliaia di persone in ascolto di chi arringa la folla dal palco. Sono tanti e tutti ascoltano (sembra una ovvietà ma non lo è: pensate che ai cortei degli studenti molti ci vanno tanto per fare e, altrettanti, per appiccicarci sopra un’etichetta politica).

A radunarci è l’iniziativa “Primum non nocere” promossa dai movimenti Libera scelta: ne esiste uno in ogni Regione e sono coordinati fra loro. Sono cresciuti via via in risposta alla politica sanitaria degli ultimi anni.

Dapprima per contestare la legge Lorenzin che, nel 2017, legò l’obbligo di 10 vaccinazioni al frequentare le scuole. Senza il filotto di punture, niente scuola (in alternativa, paghi). Inaudito. Ma tribunali, politici, telegiornali e dibattiti televisivi furono tutti clamorosamente d’accordo. Poi arrivarono le radiazioni di quei medici che si dicevano cauti e perplessi di fronte al carico vaccinale. Doppiamente inaudito: solo pochi anni prima la mia pediatra Asl si permetteva il lusso di suggerirmi quali vaccini fare e quali no. Peccato che oggi questo trasparente rapporto medico paziente sia diventato un ricordo.

E che ora tutti noi, per effetto della pandemia, si rischi di diventare cavie a vita dei vaccini che usciranno sul mercato.

Dopo l’obbligo dei vaccini pediatrici è arrivato l’obbligo dei vaccini a terapia genica – i cui effetti sono ancora sconosciuti – per il personale medico.

“Eliminato il primo diritto (scegliere o rifiutare un trattamento sanitario che può avere dei rischi) sono caduti anche gli altri – li elenca dal palco Gian Marco Capitani del Movimento Libera scelta Emilia Romagna – il non poter lavorare nè studiare a ‘condizione…’, il non poter muoversi a ‘condizione…’ . I diritti non sono qualcosa che qualcuno ti concede, ma qualcosa che nessuno può toglierti’, (frase di Ramsey Clarck). Svegliamoci, chi dorme in democrazia rischia di svegliarsi in dittatura”.

Ogni piazza è, nelle sue stratificazioni, anche le piazze di ieri, una memoria dei nostri antenati. Le stradine che portano in via D’Azeglio dove abitava Lucio Dalla, hanno come luminarie le parole delle canzoni famose. Alzi lo sguardo e, quasi una profezia, appare “chissà domani su cosa metteremo le mani…”. Poco più avanti c’è l’incrocio con via Rizzoli, dove nel 1926, il giovane anarchico Zamboni sparò a Mussolini senza ucciderlo. Quel gesto finì in un bagno di sangue, l’anarchico fu massacrato di botte dagli squadristi. Violenza porta violenza. Alle spalle del palco, accanto al manifesto di oggi “Primum non nocere” si nota la targa del 1945, medaglia d’oro al valor militare, in memoria dei caduti, che “portarono la patria alla riconquista della libertà”.

La piazza di oggi parla un altro linguaggio ma resta centrata sulla libertà. Qui trovate l’elenco dei relatori. Dalla parlamentare Sara Cunial, al medico Dario Miedico (radiato a fine carriera dallo stesso Ordine che ne celebrò i 50 anni di attività), da Paolo Allegri, medico di Ippocrate, la rete che ha curato a domicilio dal Covid 15mila pazienti), a Senta Depuydt, presidente della Children’s Health Defense Europe, l’associazione per la salute dei bambini fondata da Robert Kennedy jr.

“Non ci piace pensare che potrebbe succedere ancora, ma potrebbe succedere ancora” dal megafono qualcuno cita Anna Frank.

Ci sono tanti bambini, giocano sui plaid stesi a terra, molti di loro non hanno frequentato la scuola pubblica “per non sottostare al ricatto imposto dalla Lorenzin” ci spiega una mamma. Così sono nate le homeschooling, con decine di bambini, si fa scuola anche in mezzo alla natura. “Mai avrei pensato di riuscire a mettere in piedi una realtà così bella partendo da un momento di grande sconforto”, racconta un’insegnante che è anche mamma.

“Siamo qui oggi, poi andremo a Roma e di nuovo in ogni città d’Italia – si solleva la promessa dal palco – . Resisteremo”. In risposta un fragoroso boato. E poi le danze. Cliccate qui.

Il sentire della giornata ma anche il senso profondo del cambiamento in corso è stato ben evocato da Antonio Bilo Canella, attore, autore e regista che ha parlato dell’azione dello Spirito nella Storia.

“Sono figlio di un medico e ancora mi commuovo quando leggo le parole del giuramento di Ippocrate, quanto Spirito c’è in quelle promesse…. I medici giurano di non intraprendere interventi terapeutici non appropriati e non proporzionati”. E ancora: “Tutto quello che sta succedendo è opera dello Spirito e la fine, se sarà presto o tardi, dipenderà da noi, quando avremo finalmente compreso”. Ascoltatelo, merita. Qui.

Cliccate qui per ascoltare tutti gli interventi in diretta.

 

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