Quando il giornalismo diventa delazione
Ricevo da un lettore e pubblico.
Gentile giornalista,
Sono rimasto sbigottito dal servizio apparso sul TG4 serale del 14/2. Eccone una breve descrizione.
L’inviato intervista un imprenditore altoatesino non vaccinato e lo avverte che dal giorno seguente, il 15 (giorno dell’entrata in vigore del Dielle che prevede l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori over 50) non avrebbe più potuto recarsi nella sua azienda perchè, appunto, privo del green pass rafforzato. Gli ricorda che i suoi dipendenti sono tutti vaccinati e che il suo comportamento avrebbe potuto mettere in pericolo la salute dei dipendenti stessi. L’imprenditore risponde che non intende vaccinarsi, prova a motivare invano la sua scelta, e dichiara che si presenterà regolarmente al lavoro il giorno dopo e che, sentiti i suoi avvocati, sarebbe stato pronto a pagare l’eventuale sanzione. Spiega che la sua attività ha filiali anche in Austria e Polonia e fa capire che, qualora in Italia fosse impossibile lavorare, non avrebbe problemi a spostare la sua attività in uno degli altri due Paesi. Fin qui i fatti. Anzi no, il giornalista minaccia di rivolgersi alla autorità di pubblica sicurezza, affinchè il reprobo venga sanzionato come merita. Mantiene la parola e il giorno seguente, l’immagine del giornalista-giustiziere che, sotto la neve e in nome della legge, bussa trafelato prima agli uffici della polizia di stato e poi della municipale, implorando l’irrogazione di una pena esemplare, lascia francamente sconcertati.
Non vogliamo entrare nel merito della legittimità o meno della scelta dell’imprenditore. Le leggi, si dirà, vanno rispettate anche quando non condivise. E fa niente se questo, tecnicamente, è un decreto-legge con poche possibilità di essere convertito in legge entro i sessanti giorni (ovvero, se ben ricordiamo, entro il 7 o l’8 marzo), e quindi destinato a decadere con tutte le sue prescrizioni, compresa appunto questa dell’obbligo
Ci piacerebbe chiedere, per esempio, ai dipendenti dell’azienda se hanno più paura di essere contagiati dall’imprenditore-untore oppure di perdere il posto di lavoro, in caso, appunto, di trasferimento dell’attività in Austria o in Polonia. Ci piacerebbe, ma ce ne asteniamo volentieri perchè ci pare argomento un poco demagogico.
Ci limitiamo a qualche ovvia considerazione: ricordiamo,anzitutto, che chi rifiuta di vaccinarsi non commette alcun tipo di reato penale e ha tutto il diritto di non essere messo alla gogna o trattato da delinquente.
Ci auguriamo inoltre che il giornalista si dia da fare, con lo stesso zelo, a scoprire e denunciare le decine di imprenditori che non pagano i contributi, ignrano le più elementari norme di sicurezza nei cantieri e magari evadono pure il fisco. Restiamo in vigile attesa, come da protocollo anti-covid.
Cambiamo, di poco, argomento.
Pochi giorni dopo infatti lo stesso Tg informa che, a causa di un “cavillo burocratico” i no-vax probabilmente non riceveranno la multa in tempo utile a evitare la prescrizione. Rischiano, in buona sostanza, di farla franca e di non doverla mai pagare. Come è potuto accadere?
Semplice, quel rompiscatole del Garante della Privacy si è messo di traverso e vorrebbe (come è suo dovere, peraltro, e come prevede la legge sulla privacy) impedire la trasmissione dei dati sanitari personali dalle Asl alla Agenzia delle Entrate. Chiediamo alla redazione di spiegare ai cittadini perchè, quando la legge (in questo caso una “vera” legge, non il dielle prima citato, in odore di incostituzionalità e destinato a scadere come una mozzarella ) diventa un ostacolo alla “rieducazione” dei renitenti al vaccino venga ridotta a fastidioso “cavillo burocratico”. Anche qui restiamo in (sempre vigile) attesa di una risposta.
Ricordate il vecchio adagio? Le leggi per i nemici si applicano ma per gli amici si interpretano.
Passa ancora qualche giorno e il recidivo tg4 della sera ospita l’onorevole di Forza Italia Licia Ronzulli. Proprio lei, la senatrice che mostra verso i dubbiosi del vaccino la stessa tolleranza che aveva Nerone verso i primi cristiani. Ebbene la Ronzulli, dichiara candidamente che il suo partito farà di tutto per mantenere in vigore il green pass anche oltre la fine dello stato di emergenza(!!!). La motivazione? Squisitamente giuridica: abolire il lasciapassare verde significherebbe mancare di rispetto alla maggioranza degli italiani che si è vaccinata. Par di capire che “l’emergenza” deve continuare anche in assenza di emergenza.
“Credo quia absurdum”, direbbe Tertulliano.
Insomma, la “Notte della Repubblica” sembra davvero non finire mai.
Guido M. Locati