Yulia, 14 anni, in attesa di trapianto, cerca un ospedale
Cercansi reparto ospedaliero per trapianto di rene. Cercansi équipe disposta a operare Yulia, 14 anni, ucraina, adottata due anni fa da una coppia americana (che ha undici figli, di cui tre adottati). La ragazzina è nata con una rara malattia degenerativa nota come sindrome di Senior Loken che compromette i reni e vive nello stato della Carolina del Nord con la sua famiglia.
Negli ultimi due anni Yulia, che da 15 mesi fa la dialisi tutti i giorni, è seguita dall’ ospedale universitario Duke a Durham. I medici si erano adoperati per cercare un donatore compatibile che è stato trovato nell’autunno scorso.
Senza vaccini niente trapianto
Quando sembrava mancasse poco all’intervento risolutivo ecco il voltafaccia dell’ospedale. La ragazzina non può subire il trapianto perché non è vaccinata contro il Sars-Cov-2. Ha però fatto la malattia. Oltretutto – fanno notare i genitori – “quando abbiamo iniziato il percorso con l’ospedale la richiesta della vaccinazione era solo raccomandata, non obbligatoria. Ora che è stato trovato il donatore, il siero anti Covid è diventato requisito essenziale e l’ultimo giorno, fra le condizioni, è stata inserita anche la vaccinazione contro l’HPV (l’antipapilloma che è un virus a trasmissione sessuale)”. Qui. E qui.
L’appello della mamma
La madre Chrissy Hicks ha aperto un sito per cercare un ospedale disposto ad eseguire l’intervento salvavita per la figliola. Rivela che i medici del Duke Hospital hanno riconosciuto che il vaccino non protegge nè dall’infezione, nè dalla malattia ma hanno ribadito che è obbligatorio prima di fare il trapianto (nello stesso ospedale, secondo la madre, sono stati eseguiti trapianti senza che fosse richiesto il vaccino). Non solo.
“I medici non hanno tenuto in considerazione che Yulia ha già gli anticorpi da malattia e poi hanno reso obbligatorio il siero anti HVP“. La madre rivela i motivi per i quali non ha vaccinato la ragazza: “Abbiamo molta paura degli eventi avversi, Yulia ha già i reni compromessi, tra l’altro ha superato bene la malattia Covid, non si capisce perchè, stando così le cose, la vaccinazione debba essere un requisito per lei”.
A cosa servono i vaccini prima di un’immunosoppressione?
Per evitare il rigetto chi riceve un organo deve assumere immunosoppressori, ossia farmaci che riducono le difese immunitarie (la terapia immunosoppressiva prosegue anche a trapianto avvenuto). In parole semplici: vaccinarsi prima di affrontare un trapianto non serve a niente, è una procedura inutile. Leggiamo un opuscolo con le raccomandazioni sanitarie pre trapianto di rene, a pag 6: “Non è consigliabile vaccinarsi se si è appena stati trattati per rigetto…” Poi: I vaccini non sono controindicati dopo il trapianto, purché somministrati dopo il 1° anno dall’intervento” quindi: “Nel paziente trapiantato, comunque, le basse difese immunitarie conseguenti all’uso di farmaci immunosoppressori, potrebbero rendere poco efficace la vaccinazione”.
Se l’intervento in ospedale diventa un premio
Sul sito di Yulia trapela tutta l’amarezza della madre:
“Pensare che un comitato possa determinare la vita di qualcuno è davvero terribile. Questa è, senza dubbio, tirannia medica. Che fine ha fatto la comunità medica? In che modo il rifiuto di un’iniezione che è nota per causare molti problemi di salute e non arresta la diffusione di una malattia rende impossibile una terapia salvavita a 14 anni? Come succede in America? Oggi siamo tristi. Domani è un nuovo giorno e Dio è lì con una risposta per noi”, ha scritto Chrissy Hicks.
Stante queste premesse si capisce che l’ospedale americano sta applicando il sistema a premi tanto caro alla Cina. Rifiuti di vaccinarti? Niente intervento. Le considerazioni cliniche sul fatto che si tratti di vaccini che non prevengono le malattie promesse (nè l’infezione da Sars Cov 2 o la Covid, il primo e non il cancro alla cervice uterina, il secondo) non sono neppure affrontate. Le considerazioni cliniche sul fatto che sono entrambi vaccini inutili in vista di un trapianto di rene, idem.
Sugli effetti collaterali, eventualità che rientra, purtroppo con qualsiasi farmaco, idem con patate.
Sulle paure di una mamma e di un papà e sulle loro responsabilità si passa sopra come un carrarmato.
Decide il sistema sanitario (peraltro o sostenuto con l’assicurazione dei contribuenti o con le tasse versate) con un’imposizione nel nome di una scienza di cui è rimasto solo il nome, giustificazione buona per ogni occasione. Abbiamo visto che perfino i giudici della Corte Costituzionale oggi vi si appellano senza più valutare la costituzionalità dei provvedimenti.
I diritti umani e il Gran Giurì
Ci chiediamo se il sistema a premi verrà esteso ai Paesi Occidentali e accettato in tutto e per tutto.
Intanto, per chi volesse scendere dalla giostra, è stato istituito un Gran Giurì per le violazioni dei diritti umani durante la pandemia.
“Il Giurì raccoglierà ed esaminerà le prove che i cittadini vorranno sottoporre per dimostrare i danni psico-fisici sofferti a causa delle misure di gestione del Covid.
Se le prove saranno ritenute sufficienti, il Gran Giurì deferirà i presunti responsabili alla Corte penale internazionale o a quei tribunali nazionali che, in base al principio di universalità della giurisdizione penale, vorranno giudicare quanti abbiano ideato o avallato l’imposizione di lockdown esiziali, la persecuzione mirata di categorie professionali, la soppressione selettiva di diritti e libertà fondamentali, la somministrazione coatta di un farmaco sperimentale dagli effetti incerti e insicuri nonché l’introduzione di un abietto strumento di controllo sociale denominato Green Pass, vero obiettivo delle politiche di stampo totalitario sdoganate dal Covid”.
È quanto si legge nel comunicato congiunto firmato da Prof. Francesco Benozzo (docente di filologia presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna / promotore dell’OSS – Osservatorio Contro la Sorveglianza di Stato)
Prof. Avv. Luca Marini (docente di diritto internazionale presso l’Università di Roma “La Sapienza” / promotore del CIEB – Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina)
Avv. Olga Milanese (avvocato del Foro di Salerno / presidente dell’Associazione “Umanità e Ragione”).
Per segnalare le violazioni scrivere a: grangiuricovid@gmail.com