Arriva dal tribunale di Milano la sentenza che allieta il Natale: a favore di una dottoressa sospesa per non essersi vaccinata contro il Covid. Alla donna, dipendente dell’azienda sanitaria di Rho, verranno restituiti i mesi di stipendio e i contributi ingiustamente bloccati. (Tribunale di Milano, n. 4267 del 13/12/23)

Ricordiamo che all’epoca del decreto legge 44/21 le sospensioni dal lavoro avvenivano in tronco e con grande fiato di trombe: i sanitari che rifiutavano di “dare il buon esempio” venivano sospesi e subito messi alla gogna pubblica “per mostrare cosa succede ai disobbedienti”.

Ora si capisce che anche nel caso di certe leggi, esattamente come con i nuovi vaccini anti Covid testati solo per 60 giorni e su gruppetti di popolazione non rappresentativi, conta di più la narrazione della sostanza. Ma chi la sostanza la cerca …scoperchia un pentolone.

Il giudice milanese, infatti, non avrebbe potuto non emettere una sentenza a favore della dottoressa sospesa. Ha applicato correttamente l’art 4 del decreto, “nella seconda delle sue sei versioni” ci ha spiegato l’avvocato Antonio Carbonelli. “Dove si dice proprio che un medico non vaccinato contro il Covid va sospeso se lavora a contatto con le persone (è il caso della dottoressa pediatra) ma – attenzione – dopo che le sia stata proposta un’altra mansione”. Compreso il demansionamento. La dottoressa avrebbe potuto fare l’autista “ma poiché non le è stata proposta alcuna alternativa ecco che il tribunale milanese ha deciso per il rimborso”.

Ci sono state sentenze più favorevoli di questa a favore di medici e di lavoratori discriminati per non aver accettato di vaccinarsi con farmaci sperimentali, sia in Italia che in Europa.

“Ma questa è un precedente importante – ci ha detto Dario Giacomini, medico all’epoca sospeso e promotore di ContiamoCI!, l’associazione che ha sostenuto la collega di Rho – Perché fa capire che le aziende sanitarie non stavano applicando correttamente il decreto come noi si sosteneva da tempo”.

Dunque?

Potenzialmente tutti i sanitari sospesi nel periodo in cui era in vigore la seconda versione del decreto e a cui non è stata proposta una mansione alternativa possono ri-ottenere i loro stipendi e contributi.

Cari amici del blog,

Il mio augurio di Natale per voi e i vostri cari, quest’anno, è la speranza fiduciosa che le cose in qualche modo si aggiustino. C’è sempre un tanto che si rompe ma c’è anche qualcosa che si mette a posto. Vi auguro di aver fiducia e di trasmetterla di mano in mano…

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