“Il 60% degli americani ha un solo sogno: guarire”
Ecco le parole più significative del discorso di Robert F. Kennedy, pronunciato dopo il giuramento da Segretario del dipartimento della Sanità statunitense.
“Per 20 anni ho pregato Dio che mi mettesse in condizione di porre fine all’epidemia di malattie croniche infantili di questo Paese. Il 23 agosto dello scorso anno Dio mi ha mandato Trump, ci siamo stretti la mano e lui mi ha fatto delle promesse che poi ha mantenuto.
In un momento in cui vediamo la democrazia a pezzi, credo che Trump trasformerà il Paese. Vediamo l’ascesa del totalitarismo, l’ascesa del complesso militare-industriale, gli attacchi alla nostra Costituzione e un’epidemia che sta invalidando il nostro popolo.
Il presidente ha promesso di ripristinare il sogno americano.
In questo Paese una persona sana ha mille sogni, una persona malata ne ha solo uno.
Il 60% degli americani ha un solo sogno: guarire.
Il presidente Trump ha promesso che ripristinerà la forza dell’America. Non possiamo essere una nazione forte se abbiamo una cittadinanza debole. Se il 60% della nostra gente è malata e il 77% dei nostri figli non può qualificarsi per il servizio militare.
Ora abbiamo bisogno di qualcuno che sia disposto a entrare in scena e che abbia la spina dorsale, il fegato e la forza di sfidare le ortodossie e di opporsi agli interessi acquisiti e di rompere le istituzioni che si sono rivoltate contro la nostra democrazia”.
Altrove, Kennedy, in risposta a chi lo ha accusato di essere “no vax” ha rassicurato: “Non toglierò i vaccini a nessuno ma voglio rendere più facile l’accesso a scuola a chi non vuole vaccinarsi”.
Il numero delle vaccinazioni richieste per frequentare le scuole negli Usa nel 1986 era 7. Oggi è salito a 70 (per la fascia 0-18 anni) ma il numero varia da Paese a Paese, nel distretto della Columbia se ne devono fare 84.
Se consideriamo l’arco di una vita, le stesse diventano 130 fino ai 79 anni. Delle oltre 200 dosi, 5 sono raccomandate anche alle donne in gravidanza.
Cosa è successo dal 1986 al 2025 per giustificare un aumento simile delle vaccinazioni? Non ci sono state epidemie, perlomeno quelle contrastabili con i vaccini proposti. Si sa però che le aziende produttrici che un tempo rispondevano in sede legale per i danni provocati dalle ripetute inoculazioni sono diventate via via de-responsabili. Al punto che nelle cronache non si parla quasi più di danni da vaccinazioni e però si enfatizza qualsiasi tipo di infezione, anche se rara e e contratta in Paesi lontani.
Fino a venti anni fa la malattia delle persone non famose non faceva notizia, e, in assenza di dati o certezze, ci si asteneva doverosamente dall’indulgere in procurati allarmi (perlomeno queste erano le regole deontologiche per i giornalisti).
Oggi è l’esatto contrario: è ammesso terrorizzare a mezzo stampa ma solo quando un vaccino si profila all’orizzonte.
Poco importa che il rischio di infettarsi sia remoto, la malattia da temere è virale, anche se, a conti fatti, si muore assai di più di tumori, infarti, ictus o conseguenze ospedaliere.
Per contro quella che va peggiorando è la salute della popolazione. In Usa come in Europa:
Crescono le malattie croniche nei giovani e nei bambini! Il CDC, ha analizzato i dati del Behavioral Risk Factor Surveillance System, per misurare l’incidenza di 11 malattie croniche nei giovani adulti dai 18 ai 34 anni.
Nel 2019 più della metà del campione (53,8%) ha dichiarato di avere almeno una malattia cronica; quasi un quarto (22,3%) ha riferito di averne più di una. Si va da obesità (25,5%) a depressione (21,3%) a ipertensione (10,7%).
Le malattie croniche sono presenti anche fra la popolazione pediatrica, una ricerca svolta nel Michigan su 14.404 bambini, fra il 2008 e il 2013, ha mostrato che il 16% aveva già una malattia cronica e l’1,6% addirittura due. Poi la situazione è peggiorata brutalmente, si veda tabella in screenshot. E qui.
E in Europa?
L’aspettativa di vita sta diminuendo dal 2011 “soprattutto per effetto degli stili di vita scorretti e del Covid” ha riportato l’Ansa.
“La frenata più brusca si è avuta in Inghilterra, ma anche l’Italia, un tempo leader in fatto di longevità, ha fatto registrare negli anni della pandemia uno dei cali più significativi, con una riduzione media annua di 0,36 anni.
Uno studio pubblicato su The Lancet Public Health dall’Università dell’East Anglia, nel Regno Unito, ha preso in esame i dati del Global Burden of Disease 2021, la ricerca più ampia per quantificare la perdita di salute, con dati di oltre 160 Paesi. I ricercatori hanno confrontato i cambiamenti nell’aspettativa di vita, nelle cause di morte e nell’esposizione della popolazione ai fattori di rischio in tutta Europa tra il 1990 e il 2011, il 2011 e il 2019 e il 2021.
«Dal 1990 al 2011, la riduzione dei decessi per malattie cardiovascolari e tumori ha portato ad aumenti sostanziali dell’aspettativa di vita, ma decenni di miglioramenti costanti sono rallentati intorno al 2011, con marcate differenze internazionali – ha dichiarato il primo autore dello studio Nick Steel dell’Università dell’East Anglia – Abbiamo scoperto che i decessi per malattie cardiovascolari sono stati il principale motore della riduzione dei miglioramenti dell’aspettativa di vita tra il 2011 e il 2019. Prevedibilmente, la pandemia di Covid è stata responsabile delle diminuzioni dell’aspettativa di vita osservate tra il 2019 e il 2021. Dopo il 2011 i principali rischi come obesità, ipertensione e colesterolo alto sono aumentati o hanno smesso di migliorare in quasi tutti i Paesi. Migliori trattamenti per il colesterolo e la pressione sanguigna non sono stati sufficienti a compensare i danni causati dall’obesità e da diete povere”.
Stiamo peggio e non abbiamo bisogno di ricerche per saperlo.
Negli Usa il ministro della Sanità ha deciso di impegnarsi per invertire la tendenza… chissà se nei prossimi lustri, l’onda “benefica” ci contagerà.