28Ott 13
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L’America di Nelson Algren viene dopo Mark Twain e prima di Jack Kerouac. Ma è bastarda allo stesso modo. Lo senti dall’odore e dalla fortuna che ti passa accanto e si gira dall’altra parte. Tossicchiando. E’ l’altra faccia del dollaro, quello sgualcito, che passa per mani ruvide e cotte dal sole, si perde in tasche bucate, nella schiuma di birre dozzinali, nel ventre a saldi di una ragazza. Si sa, inevitabilmente, non finisce in banca. Neppure per sbaglio, perché è un dollaro di strada. E non fa carriera. Quando questa America arriva in Europa qualcuno ci mette sopra una bandiera […]
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20Ott 13
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Batti e corri. E difendi la tua casa. I ragazzini di Seattle o di Cleveland o di qualsiasi luogo remoto e sperduto degli States questa idea ce l’hanno nel dna. Il baseball è lo specchio dell’America. È Whitman, Steinbeck, Roth, De Lillo e Robert Redford che scopre la sua mazza di legno Wonderboy e si riprende il destino. È Charlie Brown e il suo mondo di bambini. L’anno scorso si è parlato molto di un romanzo, L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach, direttore di quella meravigliosa rivista culturale che è N+1. Il baseball come romanzo della crisi, come […]
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19Ott 13
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E’ tornato a casa, per ritirarsi dal mondo. Vaga, come un fantasma, per le strade di Aquino, rassegnato a non riconoscere più la sua città. E’ per questo forse che esce solo di sera, appena dopo il tramonto, quando ogni cosa, ogni volto, è penombra. E questa luce che sta per diventare buio è quanto di più simile ci sia alla sua anima, alle sue ossessioni, alle paure, a tutto ciò che in fondo è stato il senso della sua vita. L’idea di aver sbagliato il tempo. Troppo tardi, fuori dalla gravità dei grandi uomini, sbagliato, non riconosciuto, costretto a […]
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17Ott 13
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– Ancora con questa bara? – Non si trova un inceneritore. – Bisognava pensarci prima. Possibile che non ci sia un modo per smaltire le scorie del Novecento. – Stiamo provando con il Tressette. – Cosa? – Il Tressette. Il Tressette con il morto. – Non dica scemenze. – Ma è così. Tutti quanti qui, per un motivo o per l’altro, si sono messi a giocare con lui, con il morto. C’è una salma che da giorni sta girando per l’Italia e nessuno sa davvero cosa cavolo farci. La fanno correre di paese in paese, di nascosto, spostandosi di notte. […]
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16Ott 13
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Adesso chiudete gli occhi e tornate ai vostri sette anni. Forse qualcuno di voi ricorda, come una sensazione vaga, che ai quei tempi sapeva volare. Non un volo oltre le nuvole, piuttosto un galleggiare a pochi metri da terra. Siete convinti che in effetti era così. Volavate. Bastava concentrarsi e nuotare nell’aria. Poi a un certo punto tutto questo è finito. Come parecchie altre cose, come la capacità di rallentare il tempo, di studiare la società chiusa delle formiche, di tuffarsi nella second life oltre lo specchio o vedere in uno stagno il mare, o meglio l’oceano. Come la paura […]
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15Ott 13
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Pezzi di facce, pezzi di cartone, pezzi di vita, pezzi di religione, pezzi di stelle, di memoria, di stracci, di notizie, fatti, personaggi, miti, eroi, ma non quelli che frequentano l’olimpo della modernità, più che altro gente finita negli scantinati della storia, dove il sole da tempo non arriva più, i dimenticati, quelli con il quarto d’ora di celebrità nell’album di famiglia, nelle foto in salotto, o finite per sbaglio dal rigattiere dopo qualche trasloco. Tutto questo fasciato in pennellate di vernice o di colori a tempera, frammenti a cavallo tra due secoli, ritagliati e messi su da un artigiano […]
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14Ott 13
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Era semplicemente invincibile. Non c’erano santi, bestemmie, trucchi, preghiere o maledizioni. Partiva lenta, quasi caracollando, poi scendeva lungo la discesa accelerando in modo costante, seguiva la linea delle curve, sfiorava i bordi di quella pista improvvisata, qualche volta, rara, si ribaltava, ma era solo una perfida speranza castrata, si rimetteva in piedi, ricominciando a correre. No, non era come le altre auto. Non era veloce, ma teneva la strada, sempre, con la metodica strafottenza dei vincenti regolari, inesorabili. Era la Baja Buggy. Anzi, se proprio si vuole essere precisi, era la baiabuggi di Barbera. Nel senso che era unica, come […]
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11Ott 13
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Quei barconi sono figli di nessuno. Non hanno padri, non hanno madri, non hanno rotta, piloti e comandanti. Non hanno terra e neppure speranza. Non hanno confini, frontiere o porti. Solo mare e corpi e cadaveri. Lampedusa è un nome, un’isola, un simbolo, dove ognuno si masturba al gioco delle colpe. Di chi smercia anime morte? Certo. Gli scafisti fanno il loro sporco mestiere. E poi? Poi di chi chiude gli occhi alla partenza e di chi volta lo sguardo all’arrivo. E’ colpa della legge, della Bossi-Fini, di chi non controlla o controlla troppo, dell’Europa tutta, o dell’Italia, della Germania […]
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