Lo scrittore e filosofo russo, Lev Tolstoj, aveva individuato perfettamente la concezione ultima della parola sacrificio. “Un sacrificio compiuto per esigenza di onestà è la più alta gioia dello spirito”. Smarcandoci dal XIX secolo ci ritroviamo in un’Italia falcidiata, dove l’immolazione finale della nostra persona viene richiesta, a gran voce, da ogni lato. Sopratutto dalle alte sfere a capo di questa nazione. Sono decenni che premier ed affini ci chiedono l’estremo sacrificio. Prima Romano Prodi, alle porte del disgraziato, per non dire peggio, euro. L’economista di Scandiano, che il poeta della patria Giosuè Carducci definì “terra di sapienti e di poeti”, fortunato lui a non aver avuto il piacere di conoscere il mortadella, ci assicurava un’avvenire di pace e serenità all’ombra della BCE. Di previsioni ne facevamo anche a meno, grazie. Per arrivare al figlio dello sfacelo, tale Matteo Renzi, capace solo di promettere 80€ per accaparrarsi il voto degli inetti ed indecisi.
La classe dirigente alla guida di questo paese, quella passata, presente e futura, ha governato l’Italia chiedendoci di inginocchiarsi al loro volere. Chiedendo agli italiani di offrire, al proprio boia, la testa da appoggiare sul ceppo per essere, poi, mozzata. Abbiamo trainato, in maniera indefessa, lo stivale per trascinarlo fuori dal fango di questi anni, ma loro rimangono sulla carrozza ad osservarci con la spocchia dell’agio. Ci hanno ucciso, vedendo che la nostra schiena si spezzava sotto il peso della richieste e dei soprusi. Ed in cambio? Il niente assoluto. Parliamo di lavoro. Le aziende, per colpa di politiche economiche sempre più folli, vengono schiacciate da imposte che hanno superato ogni logico limite, umano ed inumano. Il prossimo modello unico o il 730 lo compileremo con il sangue, magari anche con lo sperma, visto che vederci esanimi a terra non gli basta più. Ci vessano e la burocrazia è un pachiderma impazzito che ha deciso di morire, uccidendo, di riflesso, anche noi. Da imprenditore vedo i miei colleghi in difficoltà, chinare la testa, urlare di rabbia e piangere di disperazione. Abbiamo i giornali invasi di storie tragiche finite peggio, ma non dobbiamo lasciare spazio ai pensieri nebulosi ed ossessivi di questi tempi. Non dobbiamo suicidarsi, in senso fisico e spirituale, ma ribellarci.
Il tasso di disoccupazione, riferito al luglio scorso, è ancorato all’11,4%, mentre quello giovanile, che interessa la fascia tra i 15 e i 24 anni, è corso verso quota 39,2%, “in aumento di 2 punti percentuali rispetto al mese precedente”, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore. Per non parlare di voucher, l’ennesima truffa del Jobs Act targato Partito Democratico. “Tra gennaio e giugno di quest’anno ne sono stati venduti 69.899.824, registrando un aumento del 40% rispetto a 12 mesi fa e del 145% nei confronti di 24 mesi or sono”, recita L’Intraprendente. Per chi non sapesse cosa fossero, i buoni lavoro o voucher, vengono erogati dall’Inps per il pagamento di lavori occasionali e discontinui. Ottimi sulla carta, ma nocivi perché hanno frammentato maggiormente il mercato dell’impiego. Per sgravarsi da costi ed oneri molte mansioni vengono pagate in questo modo. Se ti ammali? Affari tuoi. Le ferie? Non scherziamo, per quelle avrai tempo durante il riposo eterno.
Come detto sempre meno persone lavorano e chi lo fa percepisce stipendi da fame. Stipendi che si scontrano, mortalmente, con il paniere dei beni essenziali per vivere, perdendo sistematicamente. Danaro che non basta per vivere dignitosamente e che l’avvento dell’euro ha reso un’umiliazione continua. Mantenere una famiglia è un’impresa da Guinness dei Primati, vedere trascorrere le giornate facendo diventare la parola rinuncia una routine è umiliante, frustrante ed avvilente. Per non parlare dei pensionati. Immaginatevi un uomo, una donna, dopo anni di lavoro, di lotte, di giornate passate a soffrire vedersi erogare dallo Stato una miseria ogni mese. E dall’altra parte ex deputati, ex senatori, ex trombati della politica godersi il frutto dell’occupazione altrui sotto forma di vitalizi a più zeri, che fanno rima con migliaia di euro. Che merito hanno avuto queste persone? Quello di aver gozzovigliato con la democrazia, giocando nella stanza dei bottoni, ridendo in faccia all’umile artigiano dedito alla propria esistenza. Ecco questo hanno fatto gli impostori dei palazzi del potere.
Nel lungo elenco trovano spazio i giovani. Ancora loro. Vedo schiere di uomini del domani a cui viene troncata ogni prospettiva. Sono volenterosi, capaci, ma devono scappare dall’Italia perché l’amico dell’amico arriverà sempre prima di loro. Che rabbia. Si stringe lo stomaco pensando, poi, ad Equitalia: criminali legalizzati. Strangolano gli imprenditori, li uccidono. Le mani di questi enti sono sporche del sangue dei nostri connazionali. Mandano in fumo i sogni dell’essenza, la speranza e l’amore delle famiglie. E la giustizia? Premia i malfattori. Augusto Daolio, storico leader dei Nomadi, in un brano dal titolo Mamma Giustizia cantava: “Se vedi uno che mangia per tre e un altro che non ha niente per se non ci pensare non sono affari tuoi Mamma Giustizia ci pensa per te”. La pura e semplice realtà, “spina del delinquente rosa per l’innocente”. Ma la colpa, ci tengo a precisarlo, non è dei Magistrati è di leggi che non colpiscono i colpevoli, anzi li accarezzano benevoli. Intanto la natalità frana, crolla verso il baratro ed i nuovi italiani, gli immigrati, sono alla porta aspettando la nostra completa disfatta. Al posto di mantenere i figli, che dovremmo fare, paghiamo vitto ed alloggio ai clandestini e non ti lamentare razzista, deve andare così ed andrà così. Per i politicanti, quelli che guadagnano decine di migliaia di euro, i benefici non finiranno mai, mentre per noi i sacrifici saranno sempre più gravosi. Che schifo. Siete lo scempio di questa nazione e dovete essere cacciati immediatamente. A chi si permette di continuare a chiederci sacrifici, ascoltate questa mia risposta moderata: “Andate a fanculo e prima di domandare alla gente di immolarsi, iniziate voi per primi a muovervi”. Ci siamo rotti le palle del vostro “armiamoci e partite”. Dovete essere voi politicanti da strapazzo a dare l’esempio. Alla gente, che vive tutti i giorni confrontandosi solo con la miseria, viene chiesto di donarsi incondizionatamente per poi vedere la classe dirigente sguazzare nel benessere e nell’ozio. Adesso basta siete lo scempio dell’Italia e non meritate rispetto. Noi italiani dobbiamo tirare fuori gli attributi e lottare per riconquistare la dignità e la sovranità che ci spetta come popolo tricolore. Non moriremo da schiavi di questi omuncoli. Chiaro?www.ilgiornale.it