Parola d’ordine: chiudere tutti i centri sociali illegali
Mentre stiamo assistendo alla rinascita della politica vera: quella che fa gli interessi dei cittadini, purtroppo i cretini dei centri sociali non invecchiano mai. I cretini delinquenti sono quelli che durante le manifestazioni lanciano bombe carta, incendiano macchine e negozi, aggrediscono le forze dell’ordine, distruggono gli esercizi commerciali della gente onesta provocandogli un fanno enorme senza motivo, praticamente mettono a ferro e fuoco le città in nome di un inutile ed inesistente antifascismo non rendendosi ancora conto che i fascisti non esistono più da tempo. Per questi disadattati l’avversario politico è solo un nemico da neutralizzare, un pericoloso fascista in settant’anni non sono ancora riusciti a trovare un insulto migliore. Come è proprio delle dittature, anche se loro sono convinti di essere dei liberatori di che cosa ancora non lo ha capito nessuno e neppure loro che hanno la mente offuscata nella maggior parte chissà da quale sostanza. Capite bene che non siamo nel campo della politica ma della psichiatria. Questa è una patologia molto diffusa tra questa gentaglia, la patologia del noismo che ha a che fare con la noia perché mettono in scena sempre lo stesso stupido copione che si basa sul culto del no: no alla Tav, no alle trivellazioni, no a Expo e soprattutto no ai neuroni che non hanno nel cervello. A giudicare dal loro atteggiamento. Sono quelli dei centri sociali, che in realtà sono delle periferie asociali, dei ghetti dove gli antagonisti si autoghettizzano e fingono di giocare alla rivoluzione. Con il culo rigorosamente parato visto che poi alla fine fanno tanto i fenomeni perché loro sono contro il capitale, contro i ricchi ma poi scava scava sono tutti figli di persone altolocate che prima fanno i fenomeni armati ed incappucciati durante le manifestazioni e poi quelle poche volte per nostra sfortuna che vengono arrestati si fanno la pipì addosso e iniziamo a piangere come dei bambini indifesi e chiedono clemenza promettendo in lacrime che non lo faranno più. Poveri schemi! Dallo Stato tollerante e impotente, dai genitori sessantottini o post sessantottini, dai comuni che sponsorizzano le boiate che organizzano e dalla fanghiglia permissiva e violenta della cultura di sinistra. Perché non possiamo chiudere gli occhi e dare la colpa solo a loro. Loro fanno quello che fanno perché c’è qualcuno che glielo lascia fare e cerca di coprire il clangore delle loro sprangate con dei peti culturali: che la destra non può scendere in piazza perché sono tutti razzisti, che infondo istigare alla violenza nei loro confronti non è un reato perché sono fascisti, che tappargli la bocca è un atto dovuto. Cosa si credono di essere: i monopolisti delle città, delle strade e delle piazze? Non è solo un atteggiamento illiberale, ma anche infantile e sopratutto illegale. Questa gentaglia ha dei grandi deficit mentali. Questi sono grandi, cattivi, violenti, impuniti, spesso sporchi e sempre rigorosamente di sinistra quella che è da anni che li coccola e li protegge. Vergogna! Ditemi voi se è diritto di manifestare ed esprimersi liberamente il distruggere a colpi di mazza il gazebo di un gruppo politico “rivale” e ferire un ragazzo disabile, e lo sfasciare con caschi e pugni i vetri di un pulmino di turisti tedeschi, scambiati per militanti della fazione avversa. E ditemi voi chi sono i veri “fascisti” e sfascisti, se i ragazzi di CasaPound che allestivano banchetti e sfilavano pacificamente o i loro nemici che li assaltavano senza un perché? Mi sono posto queste domande dopo il doppio episodio di qualche tempo fa che ha visto per protagonisti in negativo giovani dei centri sociali e antagonisti, che hanno prima demolito a bastonate un banchetto di CasaPound nel quartiere Prenestino di Roma, causando ferite a un ragazzo disabile, e il sabato successivo hanno sfondato un pullman nel cuore di Roma, solo perché avrebbe ospitato i musicisti di CasaPound (in realtà, si trattava di ignari turisti tedeschi). Di fronte a questi fattacci e a tanti altri si ha la conferma della natura criminale di chi li frequenta i centri sociali. Tra le molteplici attività criminose cui sono dediti, questi gruppi di estrema sinistra dei centri sociali annoveriamo occupazione abusiva di case, talvolta per conto terzi e dietro compenso (come ha raccontato un servizio su La Gabbia), copertura di attività come spaccio di droga (basti guardare cosa accade in via Gola a Milano o in via Larga a Bologna), nonché devastazioni e saccheggi, come dimostrano gli episodi successi a Milano, il giorno dell’inaugurazione di Expo, e più in generale tutte quelle manifestazioni in cui sotto l’etichetta di No Tav, No Expo o Black Bloc questi criminali si sentono legittimati a mettere a ferro e fuoco cantieri e città, a distruggere vetrine di negozi e auto parcheggiate, con la pavidità di chi nasconde il proprio volto sotto caschi e passamontagna e con la premeditazione di chi si porta da casa spranghe, bastoni e bombe molotov per scatenare la guerriglia. Fino ad oggi i vari governi sopratutto di sinistra non hanno mai voluto imporre il rispetto della legge in questi centri dove vige l’illegalità più assolta consentendo di fatto a questa gentaglia di vivere tranquillamente nell’illegalità più assoluta. Lo Stato deve prevenire fenomeni simili, attraverso un’azione di monitoraggio e controllo costante dei questi centri sociali promotori dell’illegalità. Ci dovrebbe essere una sorveglianza capillare sulle loro attività e l’identificazione di chi li frequenta, magari anche grazie ad agenti infiltrati. Tutti i centri sociali dovrebbero essere sgomberati e chiusi immediatamente .Uno Stato normale dovrebbe reprimere, intervenendo con forza e senza pietà durante le manifestazione contro quei criminali che devastano strade, negozi e auto anziché lasciarli sfogare come è capitato più e più volte. Bisognerebbe sgomberare immediatamente le case occupate dagli abusivi o gli stabili di cui si sono impossessati illegalmente i centri sociali con la forza . Lo Stato dovrebbe varare con urgenza delle leggi che puniscano in modo veramente severo questa gentaglia e che attraverso la magistratura, condanni con forza le azioni di quei teppisti, prevedendo accuse che vadano dall’associazione a delinquere al terrorismo (come aveva ad esempio chiesto il pg di Torino Marcello Maddalena nei confronti di quattro No Tav che avevano devastato il cantiere di Chiomonte), stabilendo pene non inferiori a dieci anni e non scarcerando dopo appena due mesi criminali arrestati in flagranza, come capitato ad alcuni No Expo, dopo i fatti del 1º maggio. Bisognerebbe usare il pugno duro contro soggetti che non esitano a ricorrere a pugni e calci per esercitare violenza. Bisognerebbe essere inflessibili prima, durante e dopo, per scoraggiarli dal compiere crimini, limitare le situazioni in cui possano agire ed evitare che diventino una minaccia pubblica come è capitato fino ad ora. Ci vorrebbe uno Stato di cui i centri sociali possano avere paura e su cui noi, cittadini onesti, possiamo contare per essere sicuri. E invece purtroppo fino ad oggi abbiamo vissuto in uno Stato dove certe forze politiche, anziché condannare le azioni violente di questi banditi dei centri sociali, propongono che gli agenti delle forze dell’ordine indossino una matricola ben visibile per poterli poi riconoscere qualora qualche delinquente (che magari poco prima, col viso coperto e un oggetto atto ad offendere, si dedicava a distruggere cose e menare persone) venisse picchiato dagli agenti in servizio. Questa è una vergogna di fronte alla quale non possiamo più rimanere inermi. Anche grazie a costoro, dopo anni di persone pestate, forze dell’ordine offese e prese a bastonate e beni distrutti di cittadini onesti, questi malviventi continuano ad agire indisturbati. In conclusione chiediamo al Ministro Matteo Salvini che sul tema delle sicurezza e del rispetto delle regole ne ha fatto la sua bandiera, che con urgenza faccia chiudere una volta per tutte, tutti i centri sociali perché rappresentano delle vere e proprie organizzazioni criminali dove l’illegalità regna sovrana. www.IlGiornale.it