Il 12 novembre 2003 alle 10.40 ora locale (8.40 in Italia), un’autocisterna carica di esplosivo, con a bordo un attentatore suicida, sfondò l’entrata della base Maestrale presidiata dai carabinieri italiani, nella città irachena di Nassirya.

Il boato, avvertito a 10 km di distanza, fu assordante: la deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni e provocò 28 vittime.

Nove erano irachene, diciannove italiane: delle quali 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili.

Quello di Nassirya è ricordato come il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale: io voglio ricordare quella meschina strage con questo articolo perché rimanga sempre vivo il ricordo dei nostri connazionali barbaramente uccisi in questo vile attentato terroristico. Fu una strage che sconvolse l’Italia. Si celebrano oggi 12 novembre i quindici anni da quella infame strage.

La Base Maestrale era una delle due sedi dell’operazione Antica Babilonia in Iraq. Gli attentatori usarono un camion pieno di esplosivo e si lanciarono contro la base, che andrò distrutta. Furono giorni di profondo dolore per il nostro paese. Questo deve sempre farci rimanere vigli sul pericolo che rappresenta il terrorismo islamico. La guerra contro il terrorismo islamico ancora oggi deve rimanere un punto fermo per tutti gli stati europei, per l’Italia e per l’intero Occidente. Non dobbiamo mai dimenticare che per i terroristi islamici la cultura occidentale, la religione Cristiana, gli ebrei e tutto l’occidente rappresentano un costante bersaglio da colpire senza pietà per conquistare i popoli occidentali e renderli schiavi dell’Islam e noi dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per combattere questa vera e propria guerra e garantire alle nuove generazioni si poter vivere da uomini liberi a casa loro e non da schiavi dell’Islam. www.IlGiornale.it

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