Disastro autostrade: l’ennesimo scempio
Il caso autostrade ribadisce che siamo in mano ai potentati italiani ed esteri. Nazionalizzare le perdite e privatizzare gli utili, uno scempio che infanga l’Italia. Sono stato in silenzio alcuni giorni perché ho voluto meditare a fondo sull’ennesimo scempio messo in campo dal Governo giallo fuffa: quello delle autostrade e della beneficenza, a spese dello Stato, destinata alla famiglia Benetton. Non sappiamo ancora quanto la potente famiglia trevigiana percepirà come buonuscita dall’azionariato di Autostrade per l’Italia, quello che sappiamo è che all’indomani della querelle andata in scena qualche giorno fa il gruppo Atlantia ha registrato un +26,65% in borsa, volando letteralmente. Un cadeau immeritato che di fatto s…a in faccia alle famiglie dei morti del Ponte Morandi. Franco Bechis ha commentato su Il Tempo così la situazione: “Chi muove i soldi ha capito che a vincere la partita ancora una volta sono stati i Benetton”.
Come scrive Filippo Burla sulle colonne de Il Primato Nazionale: “Che finalmente le autostrade non tutte, attenzione: Aspi controlla la metà, quasi 3 mila km sui 6 mila attualmente dati in concessione tornino in mano allo Stato è una buona notizia. Parliamo d’altronde del monopolio naturale per eccellenza (insieme alle ferrovie) per il quale l’affidamento a qualsiasi soggetto al di fuori del pubblico si traduce immancabilmente nella creazione di una profittevolissima rendita di posizione, accompagnata da un’ipertrofia burocratica che rende difficile se non impossibile districarsi fra gli estremi degli accordi siglati”. Ed è proprio qui che troviamo il bandolo della matassa. Perché esserci legati mani e piedi alla famiglia Benetton, attraverso le proprie società, ci ha reso schiavi, ancora una volta, dei vizi dei privati. Schiavi, nuovamente, del concetto di nazionalizzare le perdite e privatizzare gli utili. Un vizio che dal 1992 ha caratterizzato, sempre più, le folli logiche politiche/economiche dell’Italia. In questo senso è fondamentale capire che la gestione statale delle autostrade è focale, come punto strategico, per l’interesse nazionale.
Davanti a questo scempio si palesano le mancanze del Movimento 5 Stelle che, per ben due governi di fila, ha suonato la carica per revocare ad Atlantia la concessione di Autostrade per l’Italia. Tramite il decreto milleproroghe sono state poste le basi per liquidare, in caso di scioglimento anticipato del contratto, la famiglia Benetton con 7 miliardi di euro (a dispetto degli originari 23). Ma come scrive ancora Burla: “La domanda è: li avremmo veramente dovuti pagare? La risposta non l’abbiamo, ma sembra che nemmeno nelle sedi competenti – in primis il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – si siano mai seriamente posti il quesito. Il tema è scivoloso, ma il titolare del dicastero Danilo Toninelli del M5S prima, Paola de Micheli in quota PD dopo avrebbe quantomeno dovuto attivarsi per avere un quadro completo della situazione”. Capite nelle mani di chi siamo? Il nulla politico più totale. Ma la ragion di Stato viene sempre in secondo piano. Siamo davanti alla peggior nazionalizzazione della storia con Atlantia che comunque si garantirà un sicuro 10% delle quote. Poco per esprime consiglieri d’amministrazione, ma abbastanza per partecipare alla suddivisione dei profitti, senza – ed è questa la vergogna più grande più responsabilità dirette su vent’anni di malagestione del servizio autostradale. Una stilettata nel cuore del tricolore.
A perdere è stata l’Italia. A perdere sono stati gli italiani. Io sono Andrea Pasini un giovane imprenditore di Trezzano Sul
Naviglio e non mi vergogno di dire che è un vero e proprio scandalo come e finita la questione di Autostrade. Per l’ennesima volta l’incapacità totale di questo governo ha chiuso la questione con i Benetton a tarallucci e vino, con un percorso solo immaginato e ancora tutto da fare, da qui a un anno è facile che il governo non sia nemmeno più lo stesso e con il PD a controllare il Mit i Benetton possono dormire su due guanciali. Il contratto capestro stipulato a fine anni ’90 rimane tale, sulle infrastrutture strategiche continuano a banchettare le oligarchie di casa nostra e gli stranieri. In pratica, hanno evitato la revoca ad Autostrade, ‘con il favore delle tenebre'”. In questo bailamme di teatrini dei pupari della politica tricolore basterebbero uomini e donne fedeli all’Italia. Italiani prima di tutto, pronti a non chinare la testa davanti ai soprusi di chi pensa che questa Nazione, da Bolzano a Palermo, si ad uso e consumo di chiunque. Autostrade è una vergogna che ritorna, come l’onda alla fine del riflusso. Ancora a 29 anni dalla sua composizione suona attuale il brano Povera Patria scritto da Franco Battiato: “Povera Patria schiacciata dagli abusi del potere/Di gente infame che non sa cos’è il pudore/Si credono potenti e gli va bene/Quello che fanno e tutto gli appartiene”. Un tassello in più per capire che oggi, sempre più, l’unica soluzione per risollevare la Nazione è essere patrioti.www.IlGiornale.it