Sono più di 80 milioni gli elettori americani che hanno già votato per le presidenziali del 3 novembre, sia per posta sia nei seggi aperti in anticipo. Il dato è reso noto dall’Us Elections Project: si tratta di quasi il 60% dei voti espressi alle presidenziali del 2016, quando 137 milioni di persone andarono a votare. Nel 2016 gli elettori che votarono in anticipo furono 47 milioni. A incidere questa volta sicuramente è l’effetto pandemia, con il timore di esporsi a rischi contagio recandosi nei seggi. Ma c’è anche chi legge, dietro al forte aumento del voto anticipato, la forte polarizzazione politica, che incide anche nella maggiore voglia di partecipazione.

Intanto la presidente della Camera Nancy Pelosi sottolinea che “ormai è troppo tardi per votare via posta”. E sia pur consigliando di votare anticipatamente, consiglia di farlo di persona, perché il rischio del “mail voting” è che le schede non arrivino in tempo e non vengano quindi conteggiate. “Spero che le persone non si affideranno alla posta perché hanno fatto di tutto per smantellare il sistema postale”, tuona Pelosi, scagliandosi contro la gestione dello Us Postal Service.

Nelle ultime settimane c’è stato un duro braccio di ferro sui termini entro cui considerare buone (e conteggiare) le schede spedite per posta. Non porre un termine potrebbe lasciare aperto il risultato elettorale per mesi. Alla fine la Corte suprema ha deciso in questo modo: sì al conteggio delle schede arrivate anche dopo l’Election day in North Carolina e Pennsylvania (rispettivamente fino a 9 giorni dopo e fino a 3 giorni più tardi), mentre lunedì aveva decretato il no per il Wisconsin.

Se questi stati dovessero risultare decisivi è molto probabile, a questo punto, che la notte del 3 novembre non si conosca il nome del nuovo presidente. Trump ha reagito così su Twitter: “I democratici stanno provando a rubare queste Elezioni. Dobbiamo uscire e votare in numeri ancora più elevati. La Grande Onda Rossa (repubblicana, ndr) sta arrivando”.

Tag: , , , , ,