Il peggiore scenario previsto si è avverato: gli Stati Uniti si risvegliano senza sapere chi sarà il nuovo presidente. Il risultato, infatti, è ancora aperto in alcuni stati chiave, considerato il gran numero di voti espressi in anticipo e la necessità di contarli tutti prima di dichiarare chi sia il vincitore. Stiamo parlando soprattutto di Pennsylvania (20), Michigan (16) e Wisconsin (10): tra parentesi il numero di grandi elettori assegnati. Tutti e tre hanno dichiarato che non sono in grado di dichiarare ufficialmente l’esito del voto. Venerdì si dovrebbe conoscere il quadro definitivo, ma le polemiche, a spoglio ancora in corso, sono già iniziate, creando una crisi molto grave a livello istituzionale e politico, che nemmeno nelle più stravaganti serie tv avremmo potuto trovare.

“Abbiamo già vinto, ma è in atto una frode“, ha detto un agguerrito Donald Trump presentandosi in conferenza stampa alla Casa Bianca Il presidente lancia la gravissima accusa di brogli. “Abbiamo vinto ma i democratici vogliono rubarcele”. “Eravamo pronti a celebrare un grande successo quando la nostra vittoria è stata improvvisamente sospesa. Un gruppo di persone tristi sta cercando di mettere in ombra il nostro risultato”. Poi ha annunciato: “Ricorreremo alla Corte Suprema”. Prima, iniziando il suo discorso, Trump aveva usato toni trionfalistici: “Ringrazio gli americani, abbiamo vinto ovunque, risultati fenomenali”, soffermandosi sulle sfide a suo dire più importanti: “Abbiamo vinto in Georgia e North Carolina, stiamo vincendo anche in Michigan in “Pennsylvania in maniera schiacciante”. Ha parlato anche il vicepresidente Mike Pence, allineandosi sulle posizioni di Trump: “Credo che siamo sulla strada verso la vittoria. Vogliamo proteggere il diritto di voto”, che è “al cuore della nostra democrazia dalla fondazione” degli Stati Uniti e “noi proteggeremo l’integrità del voto”. Pence ha ringraziato “gli oltre 60 milioni di americani che hanno già votato per altri quattro anni di Trump”. “Mentre prosegue lo spoglio dei voti – ha aggiunto – noi resteremo vigili”.

La reazione di Joe Biden non si è fatta attendere. “Non è mio ruolo né di Donald Trump decidere chi ha vinto le elezioni, spetta al popolo, ma io sono ottimista sul risultato”, ha detto il candidato democratico. Rincara la dose la responsabile della campagna dem, Jen O’Malley Dillon. “Le parole di Trump non hanno precedenti perché mai prima nella nostra storia un presidente degli Stati Uniti ha cercato di privare gli americani della loro voce in un’elezione nazionale. Dopo aver incoraggiato i repubblicani in diversi Stati a impedire il conteggio di queste schede prima dell’Election Day, ora Donald Trump sta dicendo che queste schede non possono essere conteggiate nemmeno dopo il giorno delle elezioni. Ed è sbagliato perché non accadrà. Il conteggio non si fermerà: andrà avanti fino a quando non verrà conteggiato ogni voto debitamente espresso. Perché questo è ciò che le nostre leggi, le leggi che proteggono il diritto costituzionale di ogni americano a votare”. Poi ripete quanto già detto da Biden: “Trump non decide l’esito di queste elezioni. E non lo decide Joe Biden. È il popolo americano che decide il risultato di queste elezioni. E il processo democratico deve continuare e continuerà fino alla sua conclusione”.

Ancora una volta i sondaggi hanno fatto cilecca, prevedendo una lunga onda blu (pro Biden) che non c’è stata. Nel precedente post avevamo raccomandato di “prendere con le molle” queste previsioni. Non ci eravamo sbagliati. Considerato in lieve vantaggio in Florida, Ohio e Carolina del Nord (e qualcuno si era spinto anche ipotizzando lo sfondamento in Texas) alla fine Biden non ce l’ha fatta. Ed è andato male anche nella famosa Rust belt (la cintura della ruggine), dove però il discorso è ancora aperto per il voto anticipato.

AGGIORNAMENTO

Biden dovrebbe portare a casa Wisconsin (49,4%-48,8%, differenza 20.510 voti) e Michigan (50,4%-48%, differenza 134.624 voti) ma in Pennsylvania è Trump a prevalere (50,7%-48,1%, differenza 164.414 voti). Gli altri stati in bilico: Nevada, Arizona, North Carolina, Georgia. Nei primi due è in vantaggio Biden, nei secondi è avanti Trump. Se cristallizzassimo la situazione in questo momento, assegnando i grandi elettori di tutti gli stati, Biden vincerebbe le elezioni arrivando a quota 270, con Trump a 268.

Lo scontro finale

È probabile che l’esito delle elezioni verrà deciso nelle aule dei tribunali. Non è la prima volta, basti pensare al 2000 con lo scontro durissimo all’ultimo voto tra George W. Bush e Al Gore. Alla fine, davanti alla Corte Suprema, la controversia si chiuse con la vittoria di Bush. Il sistema americano è solido e, con i suoi pesi e contrappesi, è in grado di uscire da questo impasse. Ovviamente si dovrà verificare che tutto si sia svolto nel modo più corretto, senza brogli di alcun tipo (e ci sono tutti gli strumenti per farlo), ma si dovrà tenere conto dell’unica volontà che in democrazia conta, la scelta degli elettori. Fosse anche per un solo voto.

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A questo punto vi rimando, cari lettori, a ciò che scrissi dopo il voto del novembre 2016, quando vinse Trump…
SOLO IN AMERICA

 

 

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