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Il settore del turismo conta per il 10% del Pil e dell’occupazione nell’Unione Europea ma, secondo il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, è possibile promuoverne un’ulteriore crescita concentrando risorse ad hoc a livello comunitario su questo comparto. «Nei prossimi dieci anni, il numero di viaggiatori internazionali raddoppierà grazie a un nuovo ceto medio, con forte capacità di spesa, proveniente soprattutto dall’Asia», ha spiegato Tajani aprendo la conferenza di alto livello sulla strategia europea per il Turismo a Bruxelles e aggiungendo che «da qui al 2025 possiamo avere il doppio dei turisti anche in Europa, superando il miliardo di arrivi e creando oltre 5 milioni di nuovi posti di lavoro».

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Per riuscirci, è indispensabile rafforzare la competitività del Vecchio Continente. In primo luogo, occorre migliorare le politiche fiscali degli Stati membri perché «in Europa le tasse pesano più che altrove e si sommano alla carenza di infrastrutture come la banda larga in alcune aree e ai costi più elevati di trasporti, energia e accesso al credito». Per il presidente dell’Europarlamento «tocca alla politica sciogliere questi nodi», a partire dalla stesura del prossimo bilancio comunitario. Il Parlamento europeo ha chiesto la costituzione di un fondo dedicato al turismo nel prossimo bilancio e a questo, secondo Tajani, occorre abbinare un piano strategico che renda più efficace l’utilizzo dei fondi comunitari. Un’ipotesi è rappresentata dal rafforzamento del pacchetto Cosme da 2,5 miliardi per l’internazionalizzazione, le pmi e il venture capital. «Si può arrivare a 6-7 miliardi pur tenendo presente che vi sarà una riduzione del bilancio a causa della Brexit», ha aggiunto sottolineando che si può anche «sulla strada della programmazione 2014-20 con fondi europei da integrare con quelli regionali e privati». In seconda istanza, bisogna investire maggiormente nella formazione per «creare opportunità». anche nelle regioni dove la disoccupazione giovanile tocca il 50%. L’industria del turismo, difatti, resterà ad alta densità di manodopera, con il 20% di giovani sotto i 25 anni.

Il terzo pilastro del programma enucleato dal numero uno del Parlamento Ue è il completamento del mercato unico dei servizi e del digitale, garantendo regole di concorrenza, parità di condizioni e un fisco equo anche per le piattaforme digitali. «I colossi di Internet – ha ricordato – spesso sono legibus solutis, versano poche tasse e spostano ricchezza dall’Europa al resto del mondo incassando decine di miliardi di euro in pubblicità e in provvigioni che pesano sulla competitività degli alberghi». Ecco perché Tajani sostiene la posizione della Commissione europea sull’introduzione di una tassazione unica del fatturato realizzato in Europa da Google, Uber, Airbnb e dagli altri giganti della Rete. Ovviamente, sarebbe ancor più importante un’armonizzazione dei sistemi fiscali europei, ma su questo tema la strada da compiere è ancora troppo lunga.

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