Una mancetta per il sindacato
Non è vero che la dialettica tra governo e sindacato sulla legge di Bilancio 2018 si esaurisca completamente con il capitolo pensioni. Basta guardare un po’ più a fondo analizzando il credito d’imposta a beneficio delle imprese che sostengono spese per la «formazione 4.0». Si tratta di un incentivo che ha l’obiettivo di colmare un grave gap delle imprese italiane: secondo le più recenti analisi statistiche di Eurostat, in Italia la percentuale di lavoratori adulti (dai 25 ai 64 anni) che partecipano a corsi di formazione è inferiore di circa 2,5 punti percentuali rispetto alla media europea.
Secondo Paolo Duranti , esperto fiscalista dello Studio Mazzocchi & Associati di Milano, vi sono, tuttavia, alcuni aspetti che lasciano perplessi. «Innanzitutto – spiega – la volontà dell’esecutivo di circoscrivere l’agevolazione ai corsi che siano stati preventivamente concordati con le rappresentanze sindacali rappresenta una scelta che in certi ambiti dimensionali appare limitativa delle potenzialità che la misura in sé potrebbe sviluppare». Inoltre, prosegue Duranti, «sarebbe stato opportuno condizionare l’accesso al credito d’imposta al possesso di determinati requisiti professionali da parte delle società di formazione che saranno coinvolte in questi processi». Insomma, sembra che ci sia la volontà, per lo meno latente, di «subappaltare» i corsi di formazione al sindacato come già avviene in ambiti meno tecnici rispetti a quellir iguardanti «Industria 4.0».
In secondo luogo, evidenzia l’esperto, «appare riduttivo limitare il credito d’imposta alle attività formative erogate nei confronti del personale dipendente perché le materie oggetto della formazione agevolata vedono non di rado il coinvolgimento di soggetti esterni (consulenti, società tra professionisti, ecc.)» come nel caso dell’utilizzo di big data, della robotica avanzata, dell’Internet delle cose. «Le imprese meno strutturate – rimarca – potrebbero avere interesse a sostenere i costi per la formazione e l’aggiornamento non soltanto dei propri dipendenti, ma anche dei consulenti esterni che con questi quotidianamente collaborano».
«Non pare ragionevole limitare il beneficio al solo 2018», precisa Duranti. Sarebbe stato opportuno spendere i circa 300 milioni stanziati dalla manovra a cavallo di due esercizi solari (2018 e 2019).«Calendario alla mano non vi è molto tempo a disposizione, se si considera che il decreto attuativo dovrà essere emanato entro il 31 marzo 2018: soltanto a tale data, quindi, gli addetti ai lavori conosceranno nel dettaglio l’esatto perimetro dell’agevolazione e potranno verificarne l’efficacia nel singolo contesto. Nei restanti nove mesi dell’anno, quindi, occorrerà predisporre un adeguato piano formativo, sottoporlo alle associazioni sindacali al fine di ottenerne il via libera, concordarlo con i docenti, provvedere alla sua organizzazione pratica e portarlo a termine», conclude l’esperto.
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