Wall & Street, per celebrare il suo decennale, apre una nuova finestra multimediale con una nuova esperienza live. Per il primo appuntamento abbiamo deciso di parlare di smart working con Franco Amicucci, Ceo di Skilla, e con Nicola Spagnuolo, direttore di CFMT. Una recente ricerca del Politecnico di Torino ha dimostrato che tra luglio e ottobre scorsi, nonostante il lockdown fosse terminato (ora, purtroppo, ci siamo ancora dentro parzialmente con le zone a colori), molti lavoratori sono rimasti a lavorare nella propria abitazione senza tornare in ufficio. Una scelta che modifica totalmente le prospettive del mondo del lavoro in Italia.

 

Ma il nostro Paese è pronto ad affrontare questa sfida? Abbiamo risorse, mezzi e competenze per programmare un futuro diverso dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni industriali? Visti i ritardi nella stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza non si può al momento fornire una risposta affermativa ai quesiti. Ma i nostri esperti non sono pessimisti.

Secondo Franco Amicucci, «il futuro non sarà più come prima né nelle relazioni sindacali né nell’attitudine delle imprese e dei lavoratori e, per questo motivo, occorre definire un nuovo quadro legislativo, serve una nuova disciplina che non può più essere basata sui criteri del passato», ma avrà bisogno di un intervento, anche giuridico per tutelare meglio la sicurezza sul lavoro. «Ogni anno nelle abitazioni si verificano in media 3mila incidenti mortali, il triplo di quelli che si verificano sui luoghi di lavoro; il tema della sicurezza è centrale». Anche il Recovery Plan, pertanto, deve essere orientato su queste priorità. «Siamo tra gli ultimi tre Paesi d’Europa con Bulgaria e Grecia per alfabetizzazione digitale e la competenza del futuro è in mano a chi non ha il potere, mentre chi ha il potere non ha le competenze». Serve il reverse mentoring per aiutare i dirigenti a formarsi dalle esperienze dei più giovani. «Occorre poi – conclude Amicucci –  investire sulle reti. Ben 350.000 ragazzi sono stati in difficoltà a collegarsi per la Dad per assenza di reti e di strumenti digitali, infine occorre incoraggiare la formazione di grandi poli dell’innovazione».

 

Spagnuolo ha affermato che «stiamo entrando in un nuovo paradigma economico  e bisogna avere la lucidità per costruire un nuovo modello che conservi ciò che di buono è stato fatto e superi gli errori e le aziende devono essere coinvolte in questo processo». Occorre avere una una visione perché il mondo delle competenze si ricomprende in tre macroaree, competenze tecniche verticali (hard skills) le competenze trasversali che modificano l’essere della persona (soft skills) e le competenze digitali. «Se interveniamo solo sull’aspetto digitale non basta – osserva Spagnuolo – e prova ne è la scuola perché sulla Dad docenti e studenti non erano preparati». Bisogna cambiare strategia di sviluppo: investire sulla formazione a distanza e non sui banchi a rotelle.

 

I nostri due ospiti ci hanno indicato alcuni «tag», priorità sulle quali riflettere per modernizzare il sistema-Paese. Per Amicucci è necessaria la «fiducia». Sui conti correnti degli italiani con la pandemia la liquidità è aumentata di oltre 100 miliardi di euro, «ora è il momento di alzare gli occhi e guardare lontano, immaginare come sarà la società tra trent’anni per lavorare oggi su quest’idea di futuro». Spagnolo ha scelto tre parole: coraggio (pensare oltre l’orizzonte breve del consenso politico), sussidiarietà (un forte coinvolgimento collettivo nelle scelte) e competenze «perché la sfida è sviluppare competenze che siano terreno fertile su cui innestare una serie di capacità ulteriori: solo così potremo resistere alla crisi prossima ventura, perché avremo gli strumenti concettuali per prendere decisioni».

Wall & Street

Tag: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,