Nel 1999 feci un viaggio in Cina, che in quegli anni, per modernità, era davvero lontana anni luce dall’Italia e dai Paesi occidentali. Un particolare però mi stupì: negli aeroporti era vietato fumare e tutti rispettavano il divieto. Per me – non fumatrice – questo era un grande segno di RISPETTO PER GLI ALTRI.

Nel 2000 mentre ero incinta della mia prima figlia mi capitò di attendere un volo per un’ora e mezza all’aeroporto di Fiumicino. Nelle sale d’attesa i passeggeri fumavano indisturbati, nonostante il divieto. Succedeva così dappertutto, negli ospedali, nei ristoranti, negli uffici, la legge c’era MA ERA COME SE NON CI FOSSE. Trovai ingiusta quella situazione – dover respirare i sigari altrui per novanta minuti – e andai a protestare con due agenti della guardia di finanza. “Non possiamo fare nulla – si giustificarono – deve rivolgersi a chi gestisce lo scalo”. Raggiunsi un addetto AdR (la società che si occupa dell’aeroporto) che era seduto su una poltroncina… a fumare! Gli feci presente la situazione della sala d’attesa, indignandomi per il fatto che lui stesso – il responsabile – stesse fumando…
Lui mi guardò come se arrivassi da un altro mondo e alzando le spalle biascicò: “E… vamme a ddenuncia’!!!

Questo per dire che per noi, per anni vessati dal fumo passivo, la legge Sirchia del dicembre 2004, è il MIGLIOR provvedimento legislativo degli ultimi 20 anni.

Ora è arrivata la prova scientifica: chi è stato soggetto a FUMO PASSIVO rischia di più di ammalarsi di cancro al seno. L’agenzia è uscita il 3 marzo, riporta i risultati di uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto da Juhua Luo e Karen Margolis, rispettivamente della West Virginia University e del Health Partners Research Foundation di Minneapolis. Coinvolte 80mila donne fra i 50 e i 79 anni, in post-menopausa. È emerso che le fumatrici rischiano il 16% in più delle altre donne di ammalarsi di tumore al seno e che chi ha subito il fumo altrui per 30 anni aumenta questo rischio del 32%

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