A cosa servono gli uomini? Un film ci riduce a marionette
Maggie (Greta Gerwig) è una trentenne insegnante d’arte, con amici fidati, abituata a pianificare tutto nella vita. Tanto da avere un piano ben preciso in testa: diventare mamma, ma da sola. Entra, così, in contatto con Guy (Travis Fimmel), un vecchio compagno di college, che sembra il tipo perfetto come donatore del seme. Intanto, John Harding (Ethan Hawke), saggista e brillante professore di antropologia, padre di due figli, ha il sogno di diventare scrittore di romanzi. Anche per dimostrare di essere all’altezza della burbera moglie danese, piena di sé, Georgette (Julianne Moore). Quando John conosce Maggie, inevitabilmente scocca la scintilla che li farà innamorare. Si sposano e lei, finalmente, corona anche il suo sogno di diventare mamma. Però, ben presto, si accorge che il marito la tratta come una segretaria, dimostrandosi poco interessato a lei. Urge elaborare un piano (come richiamato dal titolo del film), ovvero fare in modo che John ritorni dalla moglie, con la complicità di quest’ultima. Più facile a dirsi che a farsi.
Il sottotitolo del film «A cosa servono gli uomini» (il film è tratto proprio dal romanzo di Karen Rinaldi, edito, in Italia, da Rizzoli), spiega bene la filosofia di una pellicola che racconta l’amore moderno trasformando gli uomini in marionette nelle mani delle donne. Il tutto raccontato con una brillantezza nei dialoghi, una ironia pungente, uno sguardo implacabile e raffinato sulla borghesia intellettuale americana, da rappresentare una piacevole sorpresa in mezzo a tanta fuffa. Sembra quasi una commedia di Allen o Baumbach, esaltata dalla bravura dei suoi protagonisti. Hawke è perfetto nei panni dello sballottato maschio, mai Alfa, incapace di soddisfare donne tormentate dal non capire mai, in realtà, il proprio volere. La Moore, come sempre, è perfetta nel dare profondità e ironia al suo personaggio, mentre la vera rivelazione è Greta Gerwing, ancora una volta ottima interprete di commedie indie. Insomma, un film al femminile che le signore non devono assolutamente perdere, ma che sarà utile anche agli spettatori maschi per capire meglio l’altra metà della mela.