Il sesto capitolo del noto fps open world di Ubisoft ci fa abbandonare i primi freddi autunnali di ottobre e ci catapulta nella calda isola tropicale di Yara, un vero paradiso terrestre che dietro ai suoi magnifici scorci nasconde l’opprimente inferno della dittatura.

Ci troveremo, dunque, nei panni della protagonista Dani Rojas, ex militare che in seguito a una serie di eventi si ritrova a combattere sotto la bandiera della Libertad, movimento rivoluzionario che ha come scopo ultimo la liberazione dell’isola dallo spietato dittatore Anton Castillo, interpretato dal noto Giancarlo Esposito, che da anni, ormai, esercita il suo potere totalitario su Yara.

Libertad però, inizialmente, non ha né le risorse, né gli uomini per rovesciare il regime; servono alleanze, materiali e armi ed è qui che entra in gioco Dani, la cui missione principale sarà quella di riunire tutti i gruppi di guerriglieri sparsi per l’isola per formare un esercito in grado di sconfiggere il dittatore Castillo, indebolendone l’esercito.

La struttura del gameplay ricorda quella dei precedenti capitoli della serie con la mappa divisa in tre aree, ciascuna con un boss finale affrontabile solo dopo aver portato a termine una serie di missioni principali. Inoltre, saranno moltissime le quest secondarie da completare e le strutture militari sparse in giro per l’isola da conquistare, per indebolire il potere del regime e acquisire risorse, armi e esperienza.

Per realizzare la nostra impresa potremo contare su molte armi, da quelle tradizionali, reperibili nelle basi nemiche o acquistabili dai mercanti, a quelle “fai da te” come, per citarne una, lo spara dischi musicali. Potremo anche contare su uno zaino modificato, l’Exterminador, che, a seconda di come lo personalizzeremo, avrà diverse funzionalità, molto utili a tirarci fuori dalle situazioni complicate, come il lanciare razzi o il disattivare i sistemi elettrici nemici circostanti.

Il combattimento spinge molto sulla componente tattica, dato che potremo, prima di buttarci nella mischia, scansionare i nemici che pattugliano la zona da attaccare per scoprire i loro punti deboli e, in seguito, personalizzare opportunamente il nostro arsenale. Potremo così affrontare in modo efficiente e agevole la minaccia, modificando munizioni, mirini, silenziatori e il nostro vestiario, il quale, in base alla combinazione di capi indossati, ci fornirà resistenze a determinati tipi di attacchi e bonus difensivi.

Da segnalare, tra le novità secondarie del capitolo, il combattimento tra galli, ossia un piccolo minigioco picchiaduro dove impersoneremo il nostro volatile nel ring e la presenza degli amigos, animali da compagnia sbloccabili tramite missioni speciali che ci supporteranno, ciascuno a loro modo, negli scontri con i soldati nemici.

Far Cry 6, nel complesso, è un gioco ben realizzato e divertente, con una mappa molto estesa ma visivamente impeccabile e densa di missioni, tesori, incarichi e attività secondarie che rendono varia e stimolante l’esperienza. Sicuramente, il concetto di gameplay che sta alla base, ormai da anni, della serie non è stato rivoluzionato, ma se le innovazioni proposte da Ubisoft, capitolo dopo capitolo, continueranno ad essere vincenti come quest’anno, allora Far Cry resterà sempre un gioco di punta che merita di essere acquistato, soprattutto se siete amanti del genere.

Capitolo a parte merita la mail che qualche giocatore si è vista recapitare perché “reo” di aver giocato poche ore con il titolo. Il  contenuto recita: “E’ stato divertente vederti fallire. Volevo ringraziarti per avermi lasciato a piede libero a Yara. Prenditela comoda e sappi che Yara è in buone mani”, con tanto di conteggio delle ore giocate. Una provocazione, anche simpatica e nello stile del gioco, che a qualcuno non è piaciuta anche se, va detto, non è l’unico titolo che punta a far tornare, i videogiocatori, alla console con messaggi similari.

 

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