In quel tempo, Maria Elena vedendo le folle agitarsi contro il signore di Rignano sull’Arno, apparve in molti luoghi della penisola. In uno di essi, prese la parola, e con tono più suadente del solito, disse: <<Beati i partigiani che voteranno sì, perché vedranno l’alba della Nuova Repubblica. Beati gli operatori di sportello bancario, perseguitati e indagati, perché saranno saziati da laute ricompense. Beati i perseguitati dalla giustizia e candidati nelle liste democratiche perché di essi è il regno di Palazzo Chigi. Beati i sostenitori del referendum, perché non torneranno nelle fogne di Casa Pound. Beati coloro che citeranno Berlinguer, perché, a loro, e non ad altri, saranno emendati i peccati>>.

Udita Maria Elena, tanti si misero in cammino per annunziare la lieta novella, tranne un giovane universitario che fu redarguito dal suo Preside: <<Non chiunque, ma solo coloro che faranno la volontà del signore di Rignano entreranno nel regno dei cieli. E tu, peccatore, sei tronfio di accidia e di boria>>.

Molte furono le genti che fecero propria la parola di Maria Elena. Alcuni giunsero da terre lontane per ascoltarla, altri andarono in pellegrinaggio sino al Granducato di Toscana dove un tempo aveva terminato la sua parabola la stella cometa e in quel luogo, genuflessi e alzando le mani al cielo, intonarono inni di gloria.

Anche gli apostoli democratici si dispersero per le mille città italiche, e agli incerti e ai titubanti, aprirono i loro scrigni offrendo in dono titoli bancari tossici e derivati.

A coloro che ostinati aderirono al No, nella 24esima ora prima del voto, apparvero gli angeli cherubini. La rivelazione fu terribile. Iddio onnipotente li avrebbe condannati a restare in piedi per l’eternità senza mai più poter appoggiare le terga su una comoda poltrona parlamentare e a camminare lungo la via Fassina dove cori vendoliani avrebbero imbastito1 spossanti nenie fino alla fine dei tempi.

E’ parola del signore di Rignano sull’Arno.

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