Usa, il Paese del Bengodi
Almeno per il momento, il cittadino americano sembra infischiarsene della politica estera e di fatti che accadono a 10mila km di distanza; vale a dire più o meno dalle nostre parti, tra il Medio Oriente e il bacino del Mediterraneo.
Negli Usa, il fronte pro-Trump, si occupa delle future performance erotiche di Madonna. Da calcoli approssimativi, visto che nel 2012 votarono per Obama una sessantina di milioni di elettori e presumendo che per Hillary Clinton si toccheranno cifre simili, si prevede per la signora Ciccone una seduta di sesso orale lunga almeno un decennio. Dal canto loro i maschi americani, democratici, progressisti e ovviamente infiltrati dell’ultimo secondo, saranno impegnati in lunghe file d’attesa che li costringerà a dedicare poco tempo alla politica.
Sul fronte opposto non è che la situazione sia più incoraggiante. Da quello che scrivono non ci sarebbe una sola americana, anche con dentiera e parrucca, che non accusi Trump di una qualche molestia. E visto il numero crescente di confessioni tardive siamo certi che, in breve tempo, le donne molestate in passato da Trump saranno in numero pari agli uomini di cui dovrà occuparsi Madonna in futuro. Dunque, una immensa orgia.
Questo è il principale tema di un ginepraio elettorale ridicolo e senza senso. La più grande democrazia del mondo che sembra incartarsi intorno a ‘palpatine’, ‘strusciatine’, sesso orale e affini. A questo punto, visto l’andazzo, chiunque si avventuri in qualche analisi politica di una certa profondità sta tentando un azzardo. Potremmo commentare solo quando la smetteranno di crogiolarsi sul nulla. Per adesso, assistiamo allibiti anche se c’è un dato certo. Mentre gli americani si spupazzeranno Madonna e le americane continueranno ad essere inseguite negli ascensori da Trump, per noi italiani suonerà la campanella dell’ultimo giro sul fronte della politica estera.
Da quel poco che si capisce Usa e Russia si avviano infatti ad avere visioni strategiche totalmente differenti. E la No-fly zone sulla Siria sarà solo il primo banco di prova. Dunque, roba di non poco conto visto che per una serie di incroci e di interessi economico-commerciali, l’Italia sarà coinvolta in una scelta obbligata: restare col vecchio alleato statunitense o spostare la barra verso Mosca?