La nostra classe (finto) intellettuale e (finto) giornalistica, quella degli opinionisti a strascico… di coloro che, in quaranta secondi o giù di lì, riesce a sintetizzare complicati ragionamenti – anche economici – nella ristrettezza di una frase simil-tweet, si è mossa più o meno in questo modo tra il ‘prima’ e il ‘dopo’ accordo tra Lega e M5S.

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Su Berlusconi

PRIMA

Entra nella maggioranza di governo ma solo per difendere le sue aziende

DOPO

Non entra nella maggioranza ma avrà di sicuro ‘contrattato’ sotto banco qualche accordo (conflitto di interessi, giustizia, ecc.).

Su Salvini

PRIMA

Non lascia Berlusconi perché è sotto ricatto (Chi, Signorini, Il Giornale, Mediaset, Isoardi, simbolo della Lega, fideiussioni, eccetera)

DOPO

Lascia Forza Italia perché il suo populismo è sovrapponibile a quello dei grillini e rappresenta il ‘nuovo a differenza di Berlusconi con cui non ha niente in comune.

Su Di Maio

PRIMA

Più di un milione di voti della sinistra si è spostato sul movimento di Grillo. I Cinque Stelle sono una nostra costola e Renzi ha sbagliato a chiudere ogni spiraglio di intesa. Tanti nel PD vogliono una intesa.

DOPO

Dal 1948 è il governo più a destra che l’Italia abbia mai avuto, con tratti xenofobi e razzisti. Pericoloso per l’economia, per i rapporti con l’Europa e per la ‘tenuta’ interna.

Ora, cari opinionisti, editorialisti e seriali frequentatori di talk show, serbate memoria di quanto avete detto solo 24ore prima o parlate a vanvera per scelta? Perché sembra sia calata una ventata di schizofrenia da cui non si sottrae più nessuno, una rimozione di ogni nesso tra la premessa da cui si parte e le conseguenze cui si giunge, tra una idea che cambia e si evolve a seconda dei mutamenti della realtà politica e la assenza di una personale e autonoma posizione sui fatti.

 

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