Nikolaj Berdjaev (1874-1948) e Othmar Spann (1878-1950) vivono da protagonisti culturali la primissima parte del Novecento. Il primo, studioso di Marx, rivoluzionario, filosofo, entra in conflitto dialettico col pensiero comunista, in specie sul versante dell’ateismo, e innerva i suoi studi e la sua vita sulla ricerca spirituale. Il secondo, professore di economia politica a Vienna , autorevole esponente della Rivoluzione conservatrice, sin da subito avversario del comunismo e poi anche del nazismo. Fu infatti privato della cattedra all’università, che neppure dopo il 1945 rivorrà, per manifestare la sua autonomia anche dalla liberaldemocrazia.

 Dunque, due punti di vista paralleli su quello specifico momento storico. Perciò, è importante l’operazione compiuta dalla casa editrice Oaks che, in contemporanea, ha mandato alle stampe, Le fonti e lo spirito del comunismo russo (p.232, euro 20) di Berdjaev, con introduzione di Aldo Ferrari, e Breve storia delle teorie economiche (p.330, euro 22) di Spann, con introduzione di Francesco Ingravalle.

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Proprio per questo, vale la pena riportare brevi passi dalle introduzioni, in modo non solo da solleticare la curiosità del lettore su due letture così diverse ma comprendere, proprio attraverso l’alterità, quanto nel secolo appena passato, poli opposti – per alcuni tratti – siano stati anche complementari.

«Questo libro, che descrive in maniera approfondita e brillante l’evoluzione delle idee rivoluzionarie in Russia, si basa su un’idea fondamentale: il marxismo ed il comunismo russi avrebbero una natura radicalmente antireligiosa, ma al tempo stesso hanno assunto una dimensione palingenetica e pseudo-religiosa. A giudizio di Berdjaev buona parte della tradizione politica e culturale russa – sia del popolo che dell’intelligencija – sarebbe in qualche modo penetrata nel marxismo, determinandone in gran parte l’evoluzione negativa. Si condivida o meno questa tesi, non vi è dubbio che Berdjaev la sappia esporre con una passione intellettuale che costituisce probabilmente la qualità principale di questo autore, innamorato della libertà e della creatività umane». (Aldo Ferrari)

«Possiamo leggere la Breve storia delle teorie economiche come un invito ad andare all’essenziale del pensiero e della prassi economica; se si raccogliesse questo invito, forse si scoprirebbe che non siamo fuori dei problemi prospettati da Spann e che, con ogni probabilità, non lo saremo tra breve». (Francesco Ingravalle)

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