È uscito da qualche giorno l’ultimo volume di Emanuele Franz, Le origini del Transumanesimo. Da Zoroastro a Davos (Audax Editrice). Un lungo percorso personale e filosofico alla ricerca di quella che l’Autore definisce una dimensione più veritiera lontana dalla materialità del moderno e fatta di pura energia.

Il libro contiene anche una intervista al filosofo francese Alain De Benoist di cui riporto di seguito la parte iniziale.

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Ti considero uno dei più importanti filosofi europei, soprattutto perché ti distingui dagli altri. Io vedo un mondo culturale tutto omogeneo con poche variazioni. Distinguersi dagli altri significa avere coraggio. Tu hai coraggio di opporti a una tendenza, che è quella dell’Europa oggi, di livellare tutto sullo stesso piano. Hai scritto un’opera molto bella e divulgativa: “Che cos’è l’ideologia del medesimo”, per -Passaggio al bosco- Editrice, che è godibilissimo. E si pone questo interrogativo: come mai il mondo occidentale vuole rendere tutto sostituibile, tutto intercambiabile? Vorrei farti questa domanda, Alain: ha senso ancora oggi parlare di identità dei popoli, identità della comunità quando un ventenne di Parigi, un ventenne di Berlino, un ventenne di Roma usano gli stessi vestiti, ascoltano la stessa musica…?

È vero che il mondo in cui viviamo diviene sempre più omologato o omogeneo, cioè quando oggi viaggiamo nel mondo vediamo sempre di più le stesse cose, gli stessi vestiti, le stesse informazioni, gli stessi film, le stesse canzoni, le stesse costruzioni ecc. e c’è una tendenza all’omologazione. Ma allo stesso tempo credo che si debba vedere questa dialettica: più c’è omologazione più si potenzia una resistenza che si manifesta in tanti modi possibili. Per esempio, oggi nel settore del commercio internazionale, il sogno del mondo unificato sta crollando sotto l’effetto della tendenza alla multipolarità. In altre parole, per mezzo dell’ascesa al potere di quelli che si chiamano oggi i grandi Stati civilizzati succede che la Russia, la Cina, l’India, l’Iran ecc. interrompono quest’idea liberale e americana o americano-centrica per cui si vuole andare verso l’unificazione del mondo, ma io non credo affatto all’unificazione del mondo. Si vede bene che più il movimento di omogeneizzazione cresce e tende all’omologazione, più c’è frammentazione, nuove frontiere, accanto a questo c’è una tendenza ad eliminare tutti i limiti e allo stesso tempo i limiti riappaiono. È una specie di duello permanente – faccio l’esempio delle relazioni internazionali e si può anche parlare di sociologia elementare o anche della sessualità. Vi è oggi una tendenza a credere che affinché l’uomo e la donna siano uguali si debba avere ed essere lo stesso, il che significa che si deve sopprimere la differenza tra il maschile e il femminile, cancellare questa differenza. In realtà l’impressione che tutto questo venga portato all’estremo e si vede chiaramente che stiamo vivendo delle ore decisive.

È molto importante quello che dici, soprattutto la planimetria anche internazionale di questa omogeneizzazione, il mondo americano, il maschile e il femminile… è tutto molto chiaro.

Innanzitutto, a proposito dell’identità, della tradizione, della comunità: sì queste esistono oggi, ma non sono oggi le comunità come quelle che noi conosciamo. In Francia, ad esempio, c’è molto dibattito sul comunitarismo. Parliamo della comunitarizzazione degli immigrati africani, arabi ecc. che creano delle comunità e che vivono in comunità. E in generale in Francia c’è qualcosa che il potere pubblico non ama per niente perché vorrebbero assimilare degli individui, essi dicono, senza tenere conto della comunità, della razza e di aspetti del genere. Mentre gli interessati ne tengono conto infinitamente. Allo stesso tempo quando si parla di tradizioni, tu volevi sapere se le tradizioni sono sempre possibili. Certo che sono ancora possibili al giorno d’oggi, semplicemente si vede bene che la vita moderna fa scomparire molte tradizioni, fa dimenticare molte tradizioni storiche ma ci sembra che le tradizioni partano da lontano invece possono iniziare in qualsiasi momento. Tutte le tradizioni sono incominciate e, se sono cominciate, ne possono anche iniziare delle altre, dunque dobbiamo pensare ad un nuovo inizio di tradizioni. Le tradizioni non sono solo il passato, il folclore, lo spettacolo, ma sono anche qualcosa che è partito dalla vita reale. Non bisogna confondere la fiamma e la cenere.

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