02Giu 25
Finale di Champions o prova generale del caos?
È passata quasi sotto silenzio – fatta eccezione per qualche breve accenno nei Tg o trafiletto sui giornali – la notizia dei due morti e dei 600 arresti avvenuti, nel giorno della finale di Champions League tra Inter e PSG, in molte località della Francia e non solo a Parigi.
Il fatto che la gran parte di questi episodi non abbia riguardato direttamente la partita lascia intendere che non si trattasse per lo più di tifosi delle due squadre, ma di persone spinte da altre motivazioni.
Le immagini circolate, l’assenza di tifoserie rivali e – in certi casi – persino delle forze dell’ordine, prese di sorpresa in luoghi lontani anche centinaia di chilometri dallo stadio, fanno pensare a una mobilitazione diffusa e coordinata, portata avanti da chi ha obiettivi ben diversi da quelli sportivi.
Obiettivi che, come da tempo ipotizzano e descrivono scrittori come Richard Millet o Michel Houellebecq, potrebbero concretizzarsi nei prossimi anni – ma che oggi non si possono né nominare né stigmatizzare apertamente, pena l’accusa immediata di razzismo.