Da questa estate la solfa dell’antifascismo militante è ritornata a farsi sentire con un certo stordente accanimento e una perentorietà di principi nella logica solita di un asfittico manicheismo: il Bene da una parte (la loro) e il Male (quello ‘assoluto’) dall’altro. Eppure, in tanti stanno cadendo in questa trappola, nonostante le esperienze passate avrebbero dovuto plasmarci e renderci immuni dal vacuo dibattito finto-ideologico. In questo calderone mediatico in cui, un giorno sì e l’altro pure, ci si occupa di ragazzotti in bomber e teste rasate che irrompono in una riunione privata, di una bandiera posta al muro di una […]