L’elenco degli argomenti da approfondire sta crescendo a vista d’occhio proprio per le vostre preziose indicazioni. Cercherò di affrontarli tutti, dalla cucina di Cascina Rosa, alla medicina germanica, alla semeiotica, un grazie sincero e continuate a pungolarmi!

Torniamo sulle raccomandazioni salutiste, premesso che non siamo macchine “con le istruzioni per l’uso” di cui sia garantito il successo  –  PER FORTUNA ci sarà sempre qualcosa di noi che sfugge alle previsioni –  vediamo cosa dice l’Organizzazione mondiale della sanità a proposito dell’attività fisica: “Bastano 150 minuti di esercizio fisico aerobico moderato a settimana per ridurre il rischio di tumore al seno e al colon”. Ed è come “camminare mezz’ora cinque giorni su sette o andare in bicicletta fino al lavoro”. Questa buona abitudine si è rivelata efficace anche nel prevenire le malattie cardiovascolari e il diabete. Dunque? Lasciamole uno spazio di riguardo nella nostra vita: qualunque sia il nostro imperscrutabile destino, siamo fatti per muoverci e fare anche solo una cosa per la quale si è “fatti” significa… realizzarsi!

Quanto a me, non sono mai stata pigra ma anche il mio modo di dedicarmi allo sport è cambiato profondamente dopo la scoperta del tumore. Prima, facevo ginnastica o nuoto nelle pause dagli impegni, poi, quando sono nate le bambine e il tempo si è ristretto ho tagliato lo sport. Sono stata costretta a rinunciarvi per non soccombere. Troppe le cose da fare, le strade da percorrere (in bicicletta verso la scuola, l’asilo, il supermercato, il Giornale, le conferenze stampa) e “i post it”  da ricordare. Che rimandavano ad altri viaggi, dal pediatra alle scuole, dalla redazione alle interviste e così via. Certe volte mi sentivo in sovraccarico, come succede quando funzionano troppi elettrodomestici insieme e io spegnevo pure l’allarme, quello che mi avrebbe avvertito con un “fuori portata massima…” se gli avessi prestato attenzione.  Così finivo in black out…

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