Questa mi pareva una notizia buona: è stato inventato un microchip  da mettere vicino al tumore (?)  per controllarne la crescita, una sorta di sentinella elettronica che tiene d’occhio la malattia e avverte il medico quando questa prende il sopravvento.

Il chip, hanno spiegato i suoi ideatori  (ricercatori dell’ università tecnologica di Monaco e  del gruppo di Sven Becker) a BBC Health online, annidato vicino al tumore,  “respirerebbe” l’ossigeno del tessuto monitorando  la crescita del male e mandando informazioni direttamente al computer del medico. In questo modo il paziente non avrebbe bisogno di sottoporsi a risonanze magnetiche, lastre o mammografie.
Sulle prime ho pensato che potrebbe essere un esempio di tecnologia al servizio dell’ansia. Uno sta lì a spuntare i giorni sul calendario in attesa dei controlli, consuma  le ore che precedono gli esami in fantasmagorici rituali scaccia-tensione, scaccia-fifa e via così e invece guarda com ‘è  semplice ora la vita del malato di tumore…

Poi me lo sono immaginato il microchip che va a caccia di metastasi (a proposito non ci dicono dove lo inseriscono quando il cancro è stato eliminato con un intervento chirurgico),  me lo sono figurato proprio: l’ho sentito squillare, pizzicare la pelle, trasmettere onde sulla pancia, ho letto pure il messaggio inviato al medico “ecco ora il tumore sta avanzando, ha superato la prima trincea…”

Ma è terribile … o no?

 

 

 

 

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