Così si contano le cellule maligne
La lettrice Carla mi segnala l’esistenza di un apparecchio, il CellSearch, che riesce a contare le cellule tumorali che circolano nel sangue. Questa “fotografia” è possibile con un prelievo di sangue. Carla segue tutte o quasi tutte le pubblicazioni scientifiche che riguardano i tumori, vorrebbe sapere se anche in Italia è possibile fare questo test, se lo si paga o meno. Ci scambiamo qualche link, scopriamo che l’apparecchio è stato prestato (contratto di service) nel 2008 agli Spedali Civili di Brescia grazie a un finanziamento della Regione Lombardia. Funziona benissimo, ha ottenuto l’approvazione della FDA americana (Food and Drug Administration). Ma, al momento, non essendo ancora rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale, è utilizzato soltanto per i pazienti che sono in cura in quegli ospedali che dispongono dell’apparecchio, una decina in tutta Italia. Con alcune restrizioni.
Spiega il dott. Camillo Almici, responsabile del Laboratorio Manipolazione e Criopreservazione Cellule Staminali del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Brescia: “La validità prognostica e predittiva della risposta al trattamento di questo esame è stata dimostrata, in studi clinici controllati, per tre tumori in fase metastatica: il carcinoma mammario, il tumore del colon e quello della prostata. Ad esempio, fin dalla diagnosi, il 50% delle donne affette da tumore della mammella in fase metastatica presenta un numero di cellule tumorali circolanti (CTC) superiore a 5 su un campione di 7,5 ml di sangue. Ci sono studi che hanno dimostrato che il numero di CTC alla diagnosi e il loro andamento nel tempo, durante e dopo la chemioterapia, è in grado di individuare pazienti con una prognosi migliore o peggiore. L’informazione serve all’oncologo per una scelta terapeutica il più possibile personalizzata”.
Una precisazione: la metastasi è formata da cellule maligne che si sono staccate dal tumore primitivo e hanno colonizzato qualche organo formando una massa cancerosa. La cellula tumorale circolante, invece, rappresenta il mezzo attraverso il quale si formano le metastasi.
Qual è la differenza fra un prelievo di sangue che indaga la presenza dei marcatori tumorali e il CellSearch?
“Anche i marcatori tumorali, tradizionalmente hanno un valore prognostico – risponde Almici – ma ci possono essere i marcatori elevati senza che ci sia un tumore. Con il sistema CellSearch non ci sono errori, il conteggio è quello”.
Il CellSearch riesce a indagare se esistono cellule tumorali quiescenti?
“Finora è stato impiegato soltanto nei pazienti con i tre tumori in fase metastatica, in un arco di tempo fra i 6 e i 18 mesi dalla diagnosi. In questo lasso di tempo la presenza di cellule tumorali circolanti può essere rilevata, oltre non ci sono dati disponibili nella letteratura medica”.
A quanti malati è stato fatto il test?
“ In via sperimentale ai pazienti in cura all’ospedale di Brescia, in collaborazione con il reparto di oncologia, sono stati fatti 1.500 conteggi su circa 400 pazienti. Ripeto: c’è una validità dimostrata nelle forme metastatiche di quei tre tumori. Si stanno studiando anche i tumori dell’ovaio, quelli del testa-collo (stiamo accumulando dati) e anche quelli del pancreas e del rene .
Oltre all’ospedale di Brescia dove si può fare quest’analisi?
“In Italia esistono altri 10 centri, oltre che da noi le analisi si fanno a Chieti, Cremona, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Prato, Roma e Torino. Purtroppo non esistendo ancora una rimborsabilità da parte del Sistema Sanitario Nazionale, questo tipo di valutazione può essere svolta soltanto attraverso collaborazioni di ricerca o contratti di convenzione tra ospedali, che impegnano al rimborso delle spese sostenute. Vuol dire che non c’è il modo di accettare una richiesta totalmente a carico del paziente”.