L’elisir di giovinezza che fa rischiare il cancro
Attenzione agli ormoni. Non solo a quelli presenti in ciò che mangiamo o che assimiliamo con i pesticidi o attraverso i cibi contenuti nelle vaschette di plastica. Attenzione al consumo diretto di ormoni. In pillole. A quello che fino a non molti anni fa era spacciato come “elisir di giovinezza” e veniva offerto alle donne in menopausa come antidoto all’osteoporosi, alle vampate di calore e alla pelle secca: la terapia ormonale sostituiva.
Arriva un nuovo studio che confermerebbe il nesso tra la terapia ormonale e il cancro al seno (in questo blog ne abbiamo già parlato nei post Se la pillola va giù e Quando la pillola non va giù)
Un gruppo di ricercatori della McMaster University di Hamilton (Canada) ha trovato prove coerenti sul collegamento tra la terapia ormonale sostitutiva (in italiano TOS, terapia ormonale sostitutiva, in inglese HRT Hormone replacement therapy) e il cancro al seno. Già in uno studio del 2002, la Women Health Initiative statunitense (WHI) aveva evidenziato una maggiore incidenza di cancro al seno, di infarto e ictus tra le donne che ricorrono alla HRT. In seguito a questo allarme ci fu un rapido declino della terapia ormonale sostitutiva con conseguente riduzione dell’incidenza di cancro al seno in molti Paesi.
Tuttavia, l’HRT viene oggi proposto alle donne in piccole dosi e per un periodo di tempo piu’ breve. Con questo studio ora i ricercatori della McMaster hanno trovato ”prove convincenti” che dimostrano una diretta associazione tra l’uso di terapia ormonale sostitutiva e l’aumento dell’incidenza della malattia.
I risultati della ricerca saranno pubblicati nel gennaio 2012 sul Journal of Epidemiology e Community Health. ”Le prove sono convincenti sul fatto che l’uso di TOS aumenta il rischio di cancro al seno e sul fatto che la sua cessazione riduce questo rischio” hanno detto i ricercatori.
Kevin Zbuk, professore di oncologia presso il Michael G. DeGroote School of Medicine della McMaster e autore principale dello studio ha affermato: ”Nel nostro lavoro abbiamo esaminato tutti gli studi che hanno riportato i tassi di cancro al seno e della terapia ormonale sostitutiva dopo lo studio WHI. Ci sono prove molto chiare che i paesi con il piu’ alto tasso HRT hanno poi fatto registrare la piu’ grande riduzione dell’incidenza del cancro della mammella in seguito ala cessazione di questi tipo di terapia”. ”Se e’ necessario, questa terapia deve essere usata per il minor tempo possibile e – ha concluso Zbuk – alla dose piu’ bassa necessaria per alleviare i sintomi”.
E noi ci chiediamo: ma quando è necessario rischiare un cancro?