Il pane come si deve, finalmente. Per un certo periodo, da quando ho cambiato la macchina impastatrice, non ero più riuscita a farlo. O non lievitava, o me lo ritrovavo mezzo crudo, con la farina ancora polverosa. Ieri, il primo tentativo è finito nella spazzatura, il secondo, una pagnottella schiacciata e solida, è andato via con la marmellata del mattino… Ma oggi no. Tutto è filato liscio. Eppure vi giuro che non ho cambiato di una virgola la ricetta. Considerato che con la macchina che impasta e cuoce la fatica è ridotta al minimo: basta pesare gli ingredienti e inserirli nel contenitore. Stop. Da lì in poi ci pensa il congegno, marchio di fabbrica Princess (sì come le principessine…)

E allora qual è stata la lezione di oggi? Ho armeggiato in cucina con l’aria della sfidante che deve vincere a tutti i costi, ho miscelato con cura la farina O insieme a quella di farro, ho sciolto il lievito con attenzione,  con un pizzico di zucchero e ben distante dal sale. Ho ondeggiato leggermente il contenitore prima di inserirlo nella macchina, a mo’ di rito propiziatorio… Risultato? Il pane migliore della mia vita. Alto e soffice, con la crosta croccante, saporito al punto giusto. La ricetta era la stessa, dicevo, a cambiare è stata la preziosa attenzione

Ecco anche una notizia che merita attenzione: giovedì 1 marzo a Forlì ci sarà un incontro dibattito aperto al pubblico sui vantaggi dei nuovi farmaci anti-tumorali e sulla loro sostenibilità. L’appuntamento sarà dalle 15.15 alla Camera di Commercio.  Organizzato dall’IRST di Meldola e dallo IOR ( Istituto Oncologico Romagnolo) verrà moderato dal divulgatore Carlo Gargiulo, interverranno fra gli altri Dino Amadori, direttore scientifico IRST e Ruggero Ridolfi, direttore dell’Immunoterapia IRST.

In sostanza ci si chiederà se è possibile conciliare il fatto che i nuovi antitumorali siano efficaci con il fatto che costano un botto.  L’obiettivo è quello di raggiungere un “equilibrio fra le indicazioni mediche e il costo sociale” oltre che di “creare i presupposti per una maggior consapevolezza fra addetti ai lavori”.

Oibò, ci piacerebbero anche altre risposte, indice di vera attenzione al malato di cancro: ma chi lo decide il prezzo del farmaco efficace? E perché gli scaffali delle farmacie (o quelli delle aziende) sono pieni di ex farmaci efficaci? Vuoi vedere che quando i chemioterapici smetteranno di costare così tanto, all’improvviso, si troveranno antitumorali nuovi e più efficaci (e perciò più costosi) ?

Chi può risponderci?

 

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