“Studi internazionali hanno dimostrato un aumento anche del 200% dei casi di tumore alla testa e in particolare al cervello, come il glioma, legato all’esposizione alle microonde del telefonino”.

Lo afferma  Livio Giuliani, portavoce dall’International Commission for Electromagnetic Safety (Icems), relatore al convegno  “Campi elettromagnetici e salute: c’è il rischio di un disastro ambientale con il decreto crescita?” organizzato martedì a Roma.

L’iniziativa è nata per chiedere una modifica all’articolo 14 del testo in discussione al Senato sulle misurazioni dei campi elettromagnetici. L’appello è firmato da una trentina fra medici e ricercatori. “Con l’articolo 14 si annulla il principio di precauzione raccomandato dall’Unione europea,  se venisse approvato verrebbero valutate le esposizioni dannose nell’arco di  24 ore e non più in un tempo di sei minuti, come avviene ora. Cosa significa? I valori riscontrati verrebbero sottovalutati, si tollererebbero i picchi alti durante il giorno (fino a 18-20 volt per metro, ovvero anche tre volte superiori a quelli attuali) perché farebbero media con i valori notturni”.

Gli esperti dell’Icems hanno raccolto 15 studi internazionali per mostrare alle istituzioni e alla politica che “oggi è disponibile la necessaria base scientifica per stabilire una classificazione più severa dell’esposizione al cellulare come probabile cancerogeno (classe 2a). Un’evidenza basata su studi in vitro e in vivo e la scoperta di meccanismi biofisici o biochimici che possono essere coinvolti nell’insorgenza dei tumori”.

Gli studiosi sottolineano che “una recente sentenza della Corte di Cassazione, del 12 ottobre 2012, ha stabilito un legame di concausalità tra un forte uso del cellulare e un tumore. E – avvertono – ha evidenziato anche le divergenze tra le scarse prove di rischio trovate dagli studi sovvenzionati dall’industria e l’alto rischio emerso, invece, negli studi indipendenti, come quello del gruppo svedese diretto dall’epidemiologLennart Hardell”.

Se passerà questa  legge, secondo gli esperti “si sottovaluteranno i valori riscontrati e si arriverà verosimilmente a una crescita delle malattie correlate alle esposizioni elettromagnetiche”.

In Italia non ci sono studi epidemiologici sulla correlazione tra l’uso del cellulare e i tumori. “La ricerca ‘Interphone’ del 2010 e sviluppata a livello europeo – spiega Giuliani – ha sottolineato l’aumento del rischio oncologico per chi abusa del telefonino. Mentre di grande interesse è lo studio che sta facendo l’Istituto Ramazzini di Bologna, indagando l’impatto degli inquinanti oncogeni sulla salute con il più grande lavoro al mondo su ratti, 7.700 quelli coinvolti.

Una di queste ricerche – fa notare l’esperto – ha dimostrato un’attività sinergica tra le onde prodotte dal telefonino e le radiazioni gamma delle radioterapie.Con un aumento significativo nei ratti del rischio di sviluppare una neoplasia”.

Settimio Grimaldi del comitato scientifico dell’International Commission for Electromagnetic Safety (Icems), si chiede:  “Perché non inserire nel libretto di istruzioni dei telefonini le stesse frasi shock che si trovano sui pacchetti di sigarette? Visto che già, sui modelli di ultima generazione, consigliano di tenere il cellulare a una distanza dal corpo di alcuni centimetri”.

E pensare, conclude Grimaldi che “stanno per arrivare sul mercato i cellulari con tecnologia 4G e ancora la comunità scientifica sta indagando e dimostrando solo oggi i rischi oncologici legati alla più vecchia tecnologia Gsm”.

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