L’Oms ha creato un comitato di emergenza per contenere il contagio dell’ ebola nell’Africa Occidentale. Alla conferenza stampa di Ginevra gli esperti hanno parlato di “evento straordinario” e concluso all’unanimità che “la febbre emorragica è un’emergenza nazionale di salute pubblica”.

Dai media sappiamo che al momento ci sono 1.069 morti e “migliaia” di contagiati. Che è stato “individuato il paziente zero” (Repubblica) e che un “fotografo ha rischiato il contagio” ( il Messaggero) . Che i vaccini allo studio sono più di uno (cliccate qui) ma non si sa ancora se funzioneranno, di alcuni non se conoscono neppure gli effetti collaterali. Con queste premesse un farmaco può andar bene solo alle persone che stanno per morire. E infatti l’Oms ha valutato che “dato l’alto numero di decessi (sic!) un vaccino si può concedere anche se non ha terminato la sperimentazione”. Non solo. Obama e Renzi hanno sottoscritto un comunicato congiunto, entrambi i presidenti “sono d’accordo sulla necessità di impiegare ulteriori risorse internazionali per questo sforzo”.

Ieri, intanto, si è appreso che in Liberia un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella clinica dove sono ricoverati i malati al grido “l’ebola è un’invenzione del governo”. Oggi il Corriere della sera, nell’articolo che ha ripercorso i fatti, ha giudicato “superstizione” i motivi dell’irruzione, tuttavia, in un secondo pezzo dell’acuto Michele Farina, si è aggiunto che il governo di Lagos offre 140 euro alle persone che si presentano spontaneamente in ospedale per accertamenti e che, “nonostante questa lusinga, si sono fatti vivi in pochi”. L’articolo si conclude spiegando che per strada si trovano i cadaveri delle persone che muoiono di fame.

Il bollettino Doctor 33 snocciola qualche cifra: “In aiuto dei Paesi che stanno affrontando l’epidemia arriverà la Banca Mondiale, che ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni di dollari. La gara di solidarietà ha contagiato anche l’Italia, con la Farnesina che ha stanziato 200mila euro per la Guinea, e altri paesi come la Germania, che invece donerà un milione di euro”.

Quanto di questo denaro arriverà ai poveri?

Il virus dell’ebola ha 5 ceppi, il contagio avviene attraverso i fluidi corporei non al momento dell’incubazione ma quando i sintomi sono già manifesti.

Aviaria, più del virus esplosero le vendite di Tamiflu.

Ma il quadro ebola non è completo se non si guarda anche al passato. Ci ricordiamo cosa successe, pochi anni fa, davanti a virus giudicati terribili, l’aviaria prima (H5N1) e la suina (H1N1) poi?

Nel 2005 il ministro della salute Francesco Storace si lasciò convincere (da chi?) che il virus dei polli avrebbe potuto infettarci tutti. E prenotò 35 milioni di dosi di vaccino, ancora da produrre. Come caparra anticipò alle aziende farmaceutiche 5 milioni e mezzo di euro. Altri 50 milioni di euro vennero impiegati per le scorta di antivirali, poco efficaci, ma estremamente redditizi per la Roche che produce in esclusiva il Tamiflu, prescelto come unico antivirale da usare contro i virus aviari. Leggete qui.

I giornali titolavano sulla pandemia prossima ventura. In Turchia si ebbe notizia dei primi due morti da influenza aviaria, persone che vivevano a strettissimo contatto con polli malati. In tre anni i morti diventarono 60. Eppure il virus dei polli avrebbe dovuto infettare gli esseri umani in tutto il mondo. Sul sito eurosalus, trovate anche gli studi scientifici che dimostrano quanto è difficile per il virus H5N1 trasmettersi all’uomo.

Scrive nel gennaio 2006 l’immunologo Attilio Speciani su eurosalus: “Sappiamo con certezza che solo all’interno di una situazione di panico generalizzato potranno essere somministrati alla popolazione farmaci inutili come quelli già previsti, e ipotizzate vaccinazioni sperimentali come quelle prenotate dal Ministero per la Salute e che riguardavano 35 milioni di dosi di un vaccino mai prodotto e mai esistito…”

Ancora Speciani: “Sull’uso dei farmaci antivirali, già presentati come possibile soluzione al problema da marzo 2005, ci sono numerosi dubbi. Non è casuale che gli studi siano contradditori e non definitivi. Uno studio australiano molto preciso, facendo il punto della situazione, segnala che negli ultimi anni la ricerca sugli antivirali si è fermata per motivi economici, e che la comparsa del virus H5N1 (e soprattutto delle sue modalità di comunicazione) ha riattivato gli interessi e le spinte economiche delle case produttrici”.

E che dire dello spettro suina agitato 4 anni dopo? Era il 2009, non avevo ancora il blog ma capitai alla conferenza stampa sull’influenza che, quell’anno, sarebbe stata provocata dal virus H1N1. Il virologo Fabrizio Pregliasco ricorse a espressioni apocalittiche: “È arrivata la pandemia. Prevediamo milioni di morti…”

Altro che foto di minori pubblicate con il consenso dei genitori, non è etico creare allarmismi ingiustificati. Chiesi a Pregliasco quante morti si erano verificate nei Paesi dove si era concluso l’inverno, ad esempio in Australia. Si sapeva già che dall’altra parte del mondo il numero dei decessi era identico a quello degli altri anni. Il virologo provò comunque a convincere la platea sull’importanza di vaccinarsi perché “i virus nel tempo possono anche mutare e diventare pericolosissimi”.

Così, per la seconda volta in quattro anni, sulla fiducia e sull’onda del panico seminato, l’Italia firmò un contratto milionario con la Novartis, 185 milioni di euro per 24 milioni di dosi di vaccino, il Focetria. Le fiale restarono in gran parte inutilizzate giacchè si contarono 70 morti e 160mila vaccinati. L’anno successivo il ministero chiese alla Novartis di interrompere la fornitura, erano state acquistate più di 12 milioni di dosi, per 97,6 milioni di euro.

Ma la Big Pharma pretese pure un risarcimento, il resto è cronaca recente, indagini in corso su chi gonfiò i prezzi. Ecco.

Ps. Parliamo dell’Italia ma l’affaire pandemia ha avuto, entrambe le volte, ricadute mondiali e sempre il presidente Usa è apparso paladino della salute pubblica. Con queste premesse sarebbe da stupidi non farsi qualche domanda in più sull’Ebola. O no?

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