Martedì ci sarà la prima udienza della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge sull’obbligo vaccinale. A presentare il ricorso è stata la Regione Veneto. Cliccate qui per conoscerne i motivi.

Sono in programma le manifestazioni di protesta delle famiglie in diverse città. A Milano un corteo pacifico si è tenuto sabato (vedi foto), a Roma si replicherà martedì.

I genitori contestano i 10 trattamenti sanitari obbligatori in assenza di epidemie. “Se una vaccinazione può provocare eventi avversi, anche se rari, dobbiamo essere messi in condizione di poter scegliere. A maggior ragione oggi è indispensabile un consenso volontario perché non esistono studi sull’inoculazione di 10 vaccini sui lattanti”.

Ricordiamo che la legge approvata in luglio (decreto legge convertito) non prevede il consenso volontario, ma l’obbligo. E, come effetto, l’espulsione, o non ammissione, dai nidi e dalle materne dei bambini non vaccinati, oltre al pagamento di una multa. Per i ragazzi dai 6 ai 16 anni non in regola con le vaccinazioni scatta soltanto la multa.

A Milano c’è stata una conferenza stampa, promossa dall’Associazione di studi e Informazione sulla salute (Assis), dall’Associazione per la Medicina centrata sulla Persona Onlus (AMCP) e dall’Associazione Attuare la Costituzione presieduta da Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale.

È stato anche presentato il libro “Vaccini sì, obblighi no” (edizioni libreria Cortina Verona) di Paolo Bellavite, professore e ricercatore. Bellavite, 250 pubblicazioni, compare nella lista dei Top Italian Scientists. Qui. Bellavite dichiara di non aver alcun conflitto di interessi e che i proventi del libro verranno devoluti all’Associazione Borse di Studio Giovanni Scolaro Onlus.

 

Etichette & Informazione.

Il pediatra Eugenio Serravalle, fondatore di Assis, ha citato un giornalista del British Medical Journal, Peter Doshi, che, mesi fa, analizzando il modo di fare giornalismo quando l’argomento riguarda vaccinazioni, ha scritto: “Non importa se la stragrande maggioranza dei medici o degli scienziati siano d’accordo. I giornalisti medici dovrebbero essere tra i primi a essere consapevoli che le evidenze contano ma contano anche le preoccupazioni dei pazienti”. Ancora: “..assistiamo alla volontà, da parte di medici e giornalisti, di creare due fazioni, una pro e una contro, etichettando chiunque sollevi interrogativi sulle attuali pratiche vaccinali”.

 

(Parentesi sui media).

Da noi, in Italia, le etichette spregiative no-vax sui media sono comparse negli ultimi 4 o 5 anni. Prima, dovendo presentare un tema controverso, era buona norma etica illustrare il parere pro e quello contro e porli entrambi sullo stesso piano.

Oggi lo stile comunicativo stigmatizzato da Peter Doshi ha preso a tal punto piede che nei salotti televisi chi espone interrogativi perplessi è spesso presentato come un fanatico (vegano in senso spregiativo o alternativo all’estremo; sempre di un livello culturale più basso), contrapposto a chi invece appartiene alle istituzioni sanitarie e ha lauree e specialità in medicina. Con questo modo di comunicare si continua a rafforzare l’opinione più forte e si soffocano le esitazioni legittime delle famiglie. “Ti devi fidare di quello che ti diciamo noi” è il messaggio. Che ha autorizzato a insultare chi, invece, non si fida (“somari raglianti” o “popolo bue”) e a infamare quei giornalisti che mettono in luce le contraddizioni della politica vaccinale. Di loro si va dicendo che sono “responsabili di morti”. (Ps. Per questo motivo il collega Guglielmo Pepe di Repubblica ha querelato per diffamazione il medico Roberto Burioni. Si legga il tweet di Pepe a riguardo).

 

Il parere del medico

“Non è vero che i vaccini sono privi di rischi. Le informazioni mediche ufficiali forniscono sui vaccini, come per gli altri farmaci, elenchi di reazioni avverse che possono essere comuni, non comuni e non confermati, ma possibili –  ha spiegato Eugenio Serravalle – I vaccini sono somministrati a un gran numero di persone in buona salute, principalmente a bambini che hanno un basso rischio di contrarre la malattia per la quale vengono immunizzati; per questi motivi ‘il profilo di sicurezza’ deve essere più elevato”.

Non teme di essere radiato per il fatto di partecipare a questa conferenza stampa?

“Se è vero che nessun medico contesta il principio della vaccinazione, è altrettanto vero che un medico può criticare una politica vaccinale”.

Cosa suggerire alle famiglie perplesse?

“Molte famiglie si sono accorte che non c’è accesso alle informazioni; il 10% ha dichiarato di aver vaccinato i figli ignorando le malattie per le quali ha deciso di immunizzare; la maggioranza ignora che esistono leggi che tutelano i danneggiati da vaccinazioni e che la farmacovigilanza attiva (la raccolta dati post vaccinazione) purtroppo non funziona in tutte le regioni. La politica vaccinale che critichiamo è quella tesa unicamente a convincere della bontà della pratica. Chiediamoci piuttosto come fare per tutelare la salute di un bambino. Le vaccinazioni sono solo un aspetto”.

Chi ha un bambino che ha avuto una reazione avversa e non vuole vaccinare gli altri figli come può comportarsi?

“La legge non prende in esame questo aspetto”.

La legge poteva essere fatta meglio?

“È una legge impositiva, che pretende di far vaccinare i bambini sotto ricatto; non rilascia informazioni, annulla ogni consenso informato (il modulo che un genitore firma al momento di vaccinare il figlio in cui è scritto che si sono ricevute informazioni adeguate). È poi è falso dire che la comunità scientifica è favorevole all’obbligo. Vi è un dibattito in tutto il mondo su questo. Nè l’Oms, nè l’Ecdc hanno mai raccomandato l’obbligatorietà.”

Hanno un senso gli esami prevaccinali per prevenire eventuali eventi avversi?

“C’è un filone di ricerca su questo ma non posizioni univoche. Al momento si sa che alcune mutazioni genetiche, il sesso e il peso possono influire sull’efficacia di una vaccinazione. La direzione è comunque questa: arrivare a capire perché alcuni soggetti risultano immunizzati a lungo, altri per poco tempo e altri per niente. In futuro, come avremo una medicina personalizzata avremo una vaccinazione personalizzata.”.

È vero che non ci sono studi sui bambini vaccinati?

“Nessuno studio ha confrontato lo stato di salute fra bambini completamente immunizzati e altri mai vaccinati. Non si sa nulla dei vaccinati sul medio e lungo periodo. La ricerca di oggi non si prefigge nemmeno di indagare se i vaccinati risultino immunizzati. Eppure l’Institute of Medicine oggi noto come National Academy of Medicine lo chiede da anni”.

C’è chi rassicura i genitori preoccupati di dover fare 10 o 14 vaccini dicendo che in un pomeriggio al parco i bambini si imbattono in molti più virus e batteri.

“Non si può fare un confronto simile. È cosa ben diversa inoculare virus o batteri dall’entrare in contatto quotidianamente con milioni di germi. Siamo strutturati per la seconda situazione, abbiamo dei sistemi di difesa che invece vengono bypassati con le iniezioni”.

 

L’effetto gregge.

È scritto nel libro del prof Bellavite:

“Per valutare se sia lecita l’imposizione delle vaccinazioni da parte dello Stato non va verificato se i vaccini siano utili al singolo bambino (argomento di interesse medico ma estraneo alla questione di legittimità dell’obbligo) ma va determinato con certezza se l’imposizione di un trattamento è necessaria alla salute della collettività (effetto gregge) e se comunque questo trattamento non possa causare effetti avversi gravi o duraturi”.

Bellavite cita gli ultimi lavori epidemiologi sui vaccini resi obbligatori dalla legge, “la maggior parte dei vaccini garantiscono una protezione individuale. Non vi è prova che si crei l’effetto gregge per Tetano, Difterite, Pertosse, Epatite B; vi sono dubbi su Haemophilus, Parotite, Varicella, Polio iniettivo”.

Dove invece la vaccinazione assicura l’effetto gregge “la soglia del 95%, ipotizzata solo per il morbillo, imposta agli altri 9 vaccini è arbitraria e non basata su alcuna prova”. Bellavite ricorda che per ottenere una copertura del 95% da morbillo non ha senso vaccinare solo i bambini. Osserva che negli ultimi mesi l’infezione ha colpito soprattutto gli adulti, “per cui è irrealistico pensare che un rialzo di pochi punti percentuali della fascia pediatrica, già coperta al 90%, risolvi i problemi epidemiologici di oggi”. Infine, che nessuna nazione ha eradicato il morbillo con il solo vaccino e neppure con l’obbligo.

Vaccini sicuri.

Bellavite afferma: “Il fatto che i vaccini siano farmaceuticamente sicuri (cioé preparati correttamente) non significa che siano innocui. In nome del principio di precauzione, la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati – che siano accettabili come rischio da un bambino sano per l’interesse collettivo – devono essere commisurate all’entità di un eventuale pericolo per la comunità. Non essendovi oggi alcuna emergenza epidemica, il rischio imposto senza consenso pare comunque inaccettabile”.

 

Il parere dell’avvocato.

L’avvocato Mirella Manera, in rappresentanza dei giuristi per l’azione popolare (ALC), associazione fondata da Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale, è intervenuta sull’incostituzionalità della legge vaccini.

La legge viola l’articolo 32 della Costituzione, i principi di ragionevolezza, proporzionalità e precauzione necessari perché un obbligo sanitario sia legittimo.

La legge viola l’articolo 34 della Costituzione che stabilisce che la scuola è aperta a tutti. E la scuola dell’Infanzia è compresa nel sistema educativo (legge 53/03). “Ciò appare ancora più discriminatorio e irragionevole laddove si pensi che, da un lato gli stessi minori non vaccinati potranno comunque frequentare la scuola dell’obbligo una volta raggiunta l’età e che, dall’altro, già oggi, i minori dai 6 ai 16 anni possono frequentare la scuola anche non vaccinandosi”.

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