Avrebbe dovuto chiudere, una sospensione dal lavoro per 10 giorni, in piena stagione, perché il personale era sprovvisto di mascherine. L’hotel Cavallino Bianco di San Candido, in Trentino, non solo non ha chiuso. Ma ha ricevuto oggi il decreto del tribunale di Bolzano che sospende il blocco dell’attività “per evitare ulteriori danni economici gravi”.

La vicenda che ha interessato il prestigioso hotel a 4 stelle era finita sui giornali locali.

A seguito di ispezioni della polizia, quattro controlli tra la fine di giugno e il 10 luglio, il titolare era stato multato (400 euro ogni volta) fino alla sospensione dell’attività per dieci giorni, in piena stagione. L’esecuzione immediata sarebbe decorsa dal 31 luglio con tempo fino al 5 agosto per svuotare l’albergo.

A San Candido si discuteva della chiusura dell’hotel come di un fatto imminente.

Ma il titolare, Hannes Kühebacher, non ha mai pensato di mandare a casa gli ospiti, nè di annullare le prenotazioni. “Mi sono impegnato con i miei clienti, non chiuderò”.  Si è affidato all’avvocato Marco Della Luna, civilista di Mantova, e ha accolto l’onorevole Sara Cunial che dal 3 agosto ha eletto il proprio domicilio parlamentare al Cavallino Bianco, invocando la tutela prevista dalla Costituzione per scongiurare i sigilli. Così il 5 agosto le forze dell’ordine che si sono presentate per sfollare l’albergo non hanno potuto allontanare i turisti.

Qui un video della giornata.

Al Cavallino Bianco i 27 dipendenti potevano scegliere se e quando indossare la mascherina dopo che l’anno scorso “in quattro si erano sentiti male, da dover andare in ospedale per difficoltà respiratorie”.

La famiglia Kühebacher risiede a San Candido dal 14esimo secolo ed è proprietaria della struttura ricettiva da 260 anni. L’hotel è famoso per i servizi “a misura di bambino” dedicati alle famiglie e alla spaziosa area giochi.

Il 5 ottobre l’avvocato Della Luna discuterà il ricorso per conto dei titolari in opposizione alla Provincia di Bolzano che ha chiesto la chiusura dell’hotel.

Della Luna fa sapere che al Cavallino Bianco si è deciso di usare le visiere protettive in plexiglas al posto delle mascherine. La visiera consente di respirare liberamente senza dover re-inalare la propria anidride carbonica, permette anche di guardarsi in faccia e riconoscersi. (Ps. Abbiamo visto, qui, che gli studi più autorevoli non hanno dimostrato la capacità delle mascherine di impedire le infezioni delle vie respiratorie, ma solo quello di contenere i droplets proprio come una visiera).

Fin qui la vicenda.

A noi restano le domande.

Pesa di più l’obbligo di mascherina o il diritto al lavoro?

Vi sono dei limiti nelle sanzioni?

Un’autorità può negare ai cittadini la possibilità di lavorare?

Il green pass verrà usato come suggerito dal Regolamento europeo nr. 953 del 2021 senza discriminare le persone che scelgono di non vaccinarsi o invece proprio per discriminarle?

Vi propongo stralci di ciò che ha dichiarato l’onorevole Cunial in occasione della vicenda del Cavallino Bianco.

Nessuno ci può costringere a discriminare e umiliare altri uomini, nessuno ci può obbligare a non respirare, a non muoverci, a non parlare. Siamo nati liberi. Non ce lo dimentichiamo“.

Le peggiori dittature sono iniziate così: dividendo le persone, confiscando i loro beni, umiliando l’intelligenza individuale e oltraggiando i diritti universali, creando un noi e un loro, mettendo cartelli davanti ai luoghi pubblici per stabilire chi può accedere e chi no, con l’avvallo della scienza e della stampa di regime (entrambe ben foraggiate) e il pugno duro della politica e di una parte delle forze dell’ordine fedeli al potere più che alla Costituzione”.

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