La facoltà di Medicina del Bronx, Einstein College, ha ricevuto una donazione di un miliardo di dollari per consentire agli studenti, fra i più poveri della città, di non indebitarsi per pagare le tasse universitarie.

La generosa benefattrice è una ex docente di Pediatria dell’istituto, vedova di un esperto di finanza di Wall Street, Ruth Gottesman, che oggi ha 93 anni.

La Gottesman è stata ripresa mentre dava la notizia e si è trovata circondata dall’esultazione gioiosa degli studenti.

L’accesso all’Università negli Stati Uniti è appesantito dal fenomeno del debito studentesco che oggi ha raggiunto dimensioni preoccupanti. Stando ai dati del Dipartimento dell’Istruzione, quando uno studente finisce gli studi ha un debito medio di 23mila dollari. Il fenomeno coinvolge circa 45 milioni di cittadini che devono restituire 1.600 miliardi di dollari presi in prestito.

Questa cifra, spiega il New York Times, è cresciuta soprattutto a partire dagli anni Ottanta. Se negli anni Settanta il costo medio di un anno accademico al college era di poco inferiore ai 10mila dollari, oggi l’importo medio è salito a 22.700 dollari.

La cancellazione del debito studentesco è stata uno dei cavalli di battaglia di Biden durante la campagna elettorale dell’estate scorsa che però è naufragato dopo il no della Corte Suprema. Qui.

La donazione di un miliardo alla facoltà del Bronx consentirà ai neo medici di iniziare la carriera senza il peso del debito che solitamente supera i 200 mila dollari e di far avvicinare alla professione anche chi non potrebbe permettersi di sostenere le rette.

Ruth Gottesman è anche presidente del consiglio di amministrazione della facoltà. “Ogni anno, ben più di 100 studenti entrano all’Albert Einstein College of Medicine per studiare medicina e scienza”, ha detto. “Diventano scienziati superbamente formati e medici compassionevoli e competenti, con l’esperienza necessaria per trovare nuovi modi per prevenire le malattie e fornire la migliore assistenza sanitaria”. “Mi sento fortunata ad avere il grande privilegio di fare questo dono per una causa così degna”. 

Fra i medici americani non tutti sono favorevoli all’abolizione del sistema del debito “perché arricchirebbe di più i già ricchi”.

Negli USA, l’iscrizione a medicina costa tra i 40 e i 60.000 dollari all’anno, costo che scende a 12-18.000 dollari grazie alle borse di studio. Quest’ultimo è pari alla retta di medicina nelle nostre università private, tipo Humanitas, e San Raffaele, mentre nelle università pubbliche le tasse studentesche, proporzionate al reddito, non superano i 4.000 euro all’anno (importo massimo della Statale).

Il tema del costo degli studi – insieme a quello di una Sanità soprattutto privata – non può più essere ignorato.

“Da noi le tasse contenute non necessariamente risolvono il problema dell’accesso ai meno abbienti a causa della mancanza di una politica complessiva di sostegno del diritto allo studio e dell’imposizione di un astruso numero chiuso” sostiene Marco Cosentino docente di Farmacologia all’Universitá dell’Insubria. Guardando Oltreoceano Cosentino fa notare che “la bolla del debito che ora affligge milioni di statunitensi prima o poi scoppierà in tutta la sua gravità”.

Ma non è solo l’aspetto del caro tasse che dovremmo evitare di imitare.

“Negli USA domina un’ideologia “della frontiera” che dà per scontati rischio, precarietà e incertezza come cifre dell’esistenza delle persone. Non per nulla anche i cosiddetti “democratici” ogni tanto tentano di attenuare il peso del debito ma solo estremisti senza speranze come Sanders parlano di abolirlo. E nessuno si sogna di modificare il sistema” è il commento di Cosentino

La spinta alla monetizzazione di ogni aspetto dell’esistenza sta invadendo aimè anche l’Italia. Quando ci si affida a un medico privato – mossi dai ritardi della sanità pubblica – può succedere di non fidarsi delle soluzioni proposte, specie se appaiono troppo “esose”. E questo è un guaio. Qual è il compito di una Sanità? Fatturare. Ed è sul fine che si dovrebbe intervenire, lo specialista che propone una terapia deve essere già retribuito dallo Stato onde evitare che i suoi suggerimenti siano fraintesi proprio nei momenti della vita in cui si è più fragili, quando ci si ammala.

Anche il tema del caro-casa per studenti e lavoratori fuori sede non è seriamente affrontato. Se ne attribuisce la “colpa” unicamente ai privati che affittano appartamenti a scopo turistico. Ma cosa propongono le amministrazioni pubbliche? Quando va bene una stanza decorosa e con bagno a 800 euro mensili. Le grandi città sono di fatto nelle mani dei costruttori che ricoprono di cemento tutti gli spazi pubblici con il placet dei Comuni per realizzare abitazioni inaccessibili al ceto medio, a Milano vi è enorme carenza di verde e piante, ora è a rischio anche il borgo di Chiaravalle con annessa abbazia del 1.200, che si trova a 800 metri dal futuro stadio del Milan.

Concordiamo con le conclusioni di Cosentino: “La prevalenza dei criteri economici nell’organizzazione di ogni aspetto della nostra vita spazzerà via questi residui della nostra civiltà, storia e cultura per sostituirli con quelli d’Oltreoceano, come è già accaduto e sta accadendo per altre questioni”.

Dovremmo cercare di imitare chi pensa e agisce in grande altrimenti adoperarci per vivere noi alla grande riducendo il rischio di vivere da precari.

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