Claudio Borghi, senatore leghista, domani, 23 maggio, parteciperà al Sovreignty Summit  a Washington. Al convegno organizzato dai deputati repubblicani della Sovreignty Cohalition interverrano parlamentari da tutto il mondo, perché un raduno globale?

“È l’ultima riunione prima del 27 maggio quando gli Stati saranno chiamati a votare il trattato pandemico dell’Oms. Come al check-in prima di una partenza, ci si accerta di aver fatto le cose per bene”.

Ossia?

“Meglio confrontarsi una volta in più che una in meno. Sono stato a Washington il mese scorso, i colleghi americani sono determinati a non cedere la loro sovranità all’Organizzazione mondiale della Sanità: 49 senatori Usa hanno scritto a Biden della necessità di riformare l’Oms prima di accogliere proposte”.

Dal 27 maggio al primo giugno l’Oms chiederà ai 194 Stati di votare sia il Trattato pandemico sia gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI) ma non ha ancora consegnato i testi su cui chiederà il consenso. Chi interverrà a Ginevra, i capi di Stato o i ministri della Sanità?

“Probabile un ambasciatore con delega. I parlamentari, in queste ore, devono definire le strategie e mostrarsi compatti ai rispettivi governi. Ribadiremo l’importanza della voce sola. Potrebbe succedere che uno tiri fuori il cavillo e cerchi qualche accomodamento dicendo ‘se facciamo così siamo tutti contenti’. Sono tranelli. Quel trattato va bocciato in toto e senza esitazioni”.

L’intento dell’Oms, non velato, pare sia ottenere la governance sanitaria di tutti i Paesi, quindi poter dichiarare le emergenze, decidere se e quando varare i lockdown,  imporre gli esami ai medici e le vaccinazioni alle popolazioni (c’è perfino la pretesa di decidere quali notizie diffondere), e tanto altro.

“Quando si sente nominare un trattato internazionale è bene allarmarsi. Ne ho esperienza da oltre un decennio con il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabiltà. Sono testi che nascondono insidie e che vengono discussi fuori dai parlamenti, gli Stati si ritrovano i provvedimenti già confezionati”.

Questo dell’Oms oltrettutto è mondiale.

“A maggior ragione”.

Il trattato verrà adottato dagli Stati che lo approveranno, si è appreso che diversi Paesi intendono bocciarlo, alcuni perché temono di perdere qualche vantaggio economico. All’Africa ad esempio è stato chiesto di togliere risorse da malaria, Tbc e carestie e di vaccinare  tutti i giovani contro il Covid, lei come immagina l’esito delle votazioni?

 “Pur con cautela sono ottimista, ma va mantenuto un atteggiamento di prudenza, ci sono forti pressioni e ce ne saranno di nuove a ridosso del voto. Detto ciò, non sono chiamato direttamente in causa, non sarò io a votare”.

Un tweet che lei ha fissato sul suo profilo X, l’11 febbraio, intitolato “I 10 motivi per cui l’Oms va fermata” ha ottenuto 2milioni e 100 visualizzazioni, la Lega è con lei?

“Sì e anche la maggioranza. Nel programma di governo che abbiamo presentato agli elettori abbiamo messo per iscritto che non avremmo mai imposto restrizioni per motivi sanitari: è un punto fermo”.

Entro il 1 giugno si conoscerà l’esito della votazione sul Trattato pandemico ma le modifiche al Regolamento sanitario (RSI) potrebbero slittare di diversi mesi, non c’è il rischio che qualche diktat sanitario rientri dalla finestra sotto forma di modifica del regolamento?

“Il trattato pandemico si rifiuta, le modifiche al regolamento già esistente sono un’altra cosa, è vero che si tratta di ipotesi di cambiamenti ma avremo del tempo per valutarli, approvarli o bocciarli, ogni Paese ne ha facoltà”.

Pensa che in un futuro immediato o lontano potrebbero ripresentarsi le limitazioni e le imposizioni come quelle del Covid?

“Penso che qualcuno non veda l’ora di tornare a situazioni simili per prendere decisioni bypassando le leggi e il parlamento. Per questo dicevo che bisogna sempre stare sull’attenti”.

Come può accadere che un’organizzazione come l’Oms, sostenuta da privati, pretenda la cessione dei poteri da interi Stati?

“Si gioca sul grosso equivoco proprio di queste organizzazioni nate dopo la guerra, dall’Onu all’Oms alla Fao: qualunque sia stato il loro intento iniziale poi sono diventate strumenti di potere, che genera guadagni: un terzo del bilancio dell’Oms, oltre un miliardo di dollari, va negli stipendi del personale sparso in sedi faraoniche in tutto il mondo  (lo stipendio medio di chi lavora all’Oms, compresi i fattorini, è 120mila euro completamente esentasse). La spesa totale Oms per medicine e apparecchiature mediche in Africa è di soli 45 milioni. Tutta questa organizzazione enorme per una cifra minore del bilancio del comune di Urbino? Meno dei semplici costi di viaggio in Africa (53 milioni). Come è stato possibile? Creando attorno un’aura di pace e fratellanza mondiale, e se dici qualcosa ti senti rispondere che ‘sei contro la lotta alla fame nel mondo’”.

Lei è candidato alle Europee in Toscana, Umbria, Lazio e Marche, se venisse eletto di cosa si occuperà?

“Mi occupo di economia da sempre e di ciò che riguarda la sovranità nazionale. Su certi temi non bisogna perdere attenzione, sono anche convinto che non tutti abbiano compreso fino in fondo la gravità per la democrazia di quanto successo durante la pandemia, con un bianchetto sono stati cancellati i diritti da un giorno all’altro. Gli italiani sono stati costretti a dover presentare un pass per andare a lavorare…”

…anche per frequentare le Università e salire sui tram…

“Non deve più succedere”.

Come mai la Commissione parlamentare sulla pandemia non decolla? In tutti i Paesi si sta ragionando nei parlamenti su quanto accaduto.

“Vi è una forma di ostruzionismo da parte dei partiti di opposizione che non hanno ancora comunicato i loro rappresentanti. Ma non potranno andare avanti all’infinito, scaduti i termini, il presidente della Camera li nominerà d’ufficio. Per la Lega al Senato ci saremo io e Massimiliano Romeo”.



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