Il sentimento popolare riguardo la classe politica oggi è una giungla pericolosa, da cui difficilmente si esce indenni. I social media hanno reso questa giungla ancora più ostica. Ma i social media non sono pieni solo di racconta bufale, webeti ed haters. Sono pieni anche di persone che soffrono sulla propria pelle gli effetti di politiche totalmente errate, delle conseguenze di reiterare gli errori politici del passato e di non avere più alcun punto di riferimento politico o istituzionale.

Oggi più che mai ci rendiamo sempre piu conto dell’enorme e devastante distacco tra il potere politico e il popolo.

Il corpo sociale si sente sempre piu rancorosamente vittima di un sistema di casta che non lo rappresenta più da tempo. Il mondo politico invece si arrocca sempre più nei palazzi estraniandosi completamente dalla vita reale del Paese e disconosce i veri problemi che affliggono i cittadini che dovrebbe invece rappresentare ed ai quali dovrebbe dare delle risposte concrete. La politica basa la sua attività quasi esclusivamente su slogan o su temi che alla maggioranza degli italiani non interessano perché non rappresentano le priorità che necessitano nel quotidiano. Le istituzioni per crisi della propria consistenza, anche valoriale non riescono più a fare cerniera tra dinamica politica e dinamica sociale e di conseguenza vanno verso un progressivo rinserramento.

Per tutta la nostra storia dal periodo risorgimentale, alla fase pre-fascista, passando dal ventennio fascista e arrivando nell’immediato dopoguerra è stata la forza e l’alta qualità delle istituzioni a fare da sostanza unitaria del Paese. Oggi invece le istituzioni sono inermi perché vuote o occupate da altri poteri, incapaci di svolgere il loro ruolo di cerniera. Si afferma così un inedito rintanamento che porta sempre di più il mondo politico e il corpo sociale ad allontanarsi. La politica riafferma orgogliosamente il suo primato progettuale e decisionale, mentre il corpo sociale rafforza la sua orgogliosa autonomia nel reggersi. È tempo per il mondo politico e il corpo sociale di dare con coraggio un nuovo ruolo alle troppo mortificate istituzioni.

È troppo facile reagire al pessimo clima sociale puntando a propria volta il dito sull’ignoranza pubblica che impera come strumento di squalifica di chiunque abbia un ruolo pubblico.

Serve che la classe politica amministrativa, quella che sta a Roma, ma anche e soprattutto quella che sta sui territori, ascolti e interpreti questa rabbia cha arriva dal popolo, che si sforzi di guardare negli occhi chi è arrabbiato, anche se talvolta, certamente non molto spesso ha meno motivi di essere arrabbiato di coloro che si trovano dentro le istituzioni. Perché dentro le istituzioni ci sono anche tante persone di valore che cercano con mille difficoltà di risolvere enormi problemi ereditati da troppi anni di menefreghismo politico.

Serve tentare di non perdere l’empatia nei confronti di un popolo arrabbiato, che non ha più bisogno di palliativi e di parole, ma che ha estremo è imminente bisogno di fatti, di concretezza che convinca a sperare che qualcosa possa ancora cambiare in meglio. L’Italia ha urgente bisogno che la politica ridiventi una cosa seria e che faccia le cose che servono per rilanciare l’economia, per creare occupazione, per garantire sicurezza alle persone per bene ed oneste, che sostenga chi è rimasto indietro, che valorizzi il merito e che attui dei piani seri per sostenere la natalità ecc ecc. Insomma ci sarebbe moltissimo lavoro da fare! Oggi la politica si trova di fronte ad un bivio O cambia e ritorna ad essere una cosa seria che parla meno e concretizza di più, nella quale gli italiani ritornino a riporre la propria fiducia oppure è veramente finita. E se questa scollatura tra popolo e istituzioni diventerà ancora più marcata si trasformerà in un pericolo ancora piu serio di quanto già non lo sia per l socirezza del Paese. Bisogna trovare al più presto un punto di equilibrio tra la politica e il popolo sopratutto perché io nostro meraviglioso Paese non merita di essere svalorizzato e bistrattato con purtroppo sta succedendo. E le nuove generazioni di italiani devono avere io diritto di poter crescere in un Paese che possa garantirgli un presente ma sopratutto un futuro solido. www.IlGiornale.it

Tag: , , , , , , , , , ,