Ogni tanto riaffiora il dibattito se sia opportuno o meno andare oltre il PIL, ma l’argomento è delicato e bisogna saperlo trattare. Nella nostra storia, individuale e collettiva, adottiamo di volta in volta girelli ideologici per dare un senso alla cose, ma quando quei girelli non rappresentano più la realtà, siamo incapaci di liberarcene per ancora molto tempo, come se dentro le sbarre di quelle “gabbie”, passassero i fili dell’alta tensione: se provi a toccarle finisci affumicato. Così accadde anche a Giordano Bruno, letteralmente “abbruggiato“ a Campo dei Fiori, non per il PIL, però: in quel caso eravamo alle prese con un girello diverso.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy tentò nel 2009 a cimentarsi con la necessità di andare oltre il PIL, ma il suo intervento anticlimatico, o poco autorevole, riportò alla mente una storiella degli anni 70: alcuni matti, per non perdere tempo, assegnano un numero ad ogni barzelletta, e poi se le raccontano tra di loro: «1!». E tutti giù a ridere. «5!». Hhahhaah. Un visitatore sano di mente, ma incuriosito, prova a cimentarsi: «2!». Nessuna reazione. «8!». Zero commozione. Alla fine il dottore deve spiegargli che non ha saputo raccontarle.

Così come il visitatore sano di mente, anche Sarkozy non fu in grado di raccontarci la favola del PIL. Poi sono arrivati i grillini che hanno infilato la loro decrescita felice in un unico polpettone con Paola Taverna. Eppure per secoli siamo cresciuti poco, senza troppi assilli, e come scrive lo storico Barbero, i secoli del Medioevo non furono affatto bui come vogliono farci credere.

Alessandro Barbero è un personaggio interessante: è conservatore nello stile, ma è ideologicamente schierato all’estrema sinistra. Sembra impossibile guardandolo in faccia, perchè pare proprio un conservatore tutto d’un pezzo, e nei suoi libri e conferenze non si sente mai l’influenza della sua ideologia. Barbero m’incuriosisce anche perchè in Italia ostentare, o far finta di nascondere (che poi è la stessa cosa), il proprio schieramento a sinistra è sempre stato anche un fatto estetico, un portamento, come se dietro ci fosse tutta una fibra morale. Non usufruire di quel linguaggio, ma solo “esserlo” nel profondo, mi fa pensare che Barbero, che è un grande storico medievalista, studiando la storia abbia capito qualcosa che noi non sappiamo.

In uno dei suoi monologhi, Giorgio Gaber trattò un argomento analogo al discorso del PIL, ma riferito al cielo, che fino a Giotto veniva rappresentato di colore oro (tempo di ascolto, 5 minuti).

 

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