Salto quantico da Netanyahu a Gheddafi passando da Giorgio Napolitano

Benjamin Netanyahu è messo di traverso come una lisca di pesce nella gola di Israele, e non c’è verso (o rutto) che tenga. «Mangia un pezzo di pane!» consigliava la mamma. «Bevi un bicchiere d’acqua!» sosteneva il papà. In realtà a Israele servirebbe un incarico istituzionale sufficientemente ambiguo come nel 2011 la Presidenza della Repubblica italiana. Con uno come Giorgio Napolitano nelle vicinanze, Netanyahu sarebbe già caduto. Purtroppo o per fortuna, quando è ora di cambiare marcia le democrazie sono meno efficaci delle dittature. Nei sistemi autoritari esiste l’uomo forte che cambia il corso della Storia con uno schiocco di […]

  

Kung Fu Panda

Oggi racconto un piccolo ma significativo evento personale. Dal cocuzzolo della collina dove abito, ieri sono andato in bicicletta in città che dista una decina di chilometri. In una via particolarmente trafficata, un’automobile ha fatto una manovra azzardata, e io l’ho mandata a quel paese. Proprio solo un gesto con la mano. Non il dito, per intenderci. L’auto mi ha sorpassato sgommando, per poi fermarsi poco più avanti. Quando l’ho raggiunta, una bella donna sui trentacinque anni, e imbufalita, mi ha lanciato il guanto di sfida: «Se vuole, scendo!» ha urlato minacciosa con la portiera già aperta. Credo di averla […]

  

La catena di Sant’Antonio dimenticata dei migranti

Nel 1976 Angelo Branduardi lanciò una canzone-catena-alimentare che ancora mi tormenta. L’ultima strofa di Alla Fiera dell’Est era una vera e propria apocalisse, con il cipiglio di Dio in persona sull’angelo della morte del macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua, che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò. Che angoscia! La storia recente dei migranti africani è una lunga catena di Sant’Antonio dimenticata, come se l’effetto finale, l’accampamento di esseri umani a ridosso delle frontiere, non avesse un’origine precisa. […]

  

Freewheeling su PIL e decrescita felice

Ogni tanto riaffiora il dibattito se sia opportuno o meno andare oltre il PIL, ma l’argomento è delicato e bisogna saperlo trattare. Nella nostra storia, individuale e collettiva, adottiamo di volta in volta girelli ideologici per dare un senso alla cose, ma quando quei girelli non rappresentano più la realtà, siamo incapaci di liberarcene per ancora molto tempo, come se dentro le sbarre di quelle “gabbie”, passassero i fili dell’alta tensione: se provi a toccarle finisci affumicato. Così accadde anche a Giordano Bruno, letteralmente “abbruggiato“ a Campo dei Fiori, non per il PIL, però: in quel caso eravamo alle prese […]

  

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