Anatomia del complottista

Mentre il taxi mi porta a destinazione, ascolto con un orecchio la geopolitica del tassista. Condivido abbastanza il suo punto di vista, ma quando siamo quasi arrivati, mi accorgo che il “dittatore” contro il quale ha inveito per tredici minuti non è Putin, ma Draghi. Per educazione, per ipocrisia e per una sorta di timore reverenziale nei confronti del tassametro, non lo mando a stendere. Il paradosso della democrazia equiparata alla dittatura affascina persone di tutte le estrazioni sociali, livello di consapevolezza e intelligenza, non solo gli acchiappa-garbugli che attingono il loro “sapere” su siti complottisti-uno-punto-zero. C’è un movimento di […]

  

Dopo la guerra

L’obiettivo di qualsiasi conflitto dovrebbe presupporre prima o poi il ritorno alla normalità. Seguendo l’impostazione di americani e britannici, invece, la Russia assomiglia a quei reati di natura sessuale resi eterni dal Grande Morbo del politicamente corretto: fine pena, mai! Se uccidi qualcuno, dopo vent’anni sei fuori e puoi ricostruire la tua vita. Roman Polanski, invece, sarà mediaticamente colpevole fino all’ultimo dei suoi giorni, nonostante abbia scontato la sua pena e sia stato perfino perdonato dalla sua vittima. La Russia è uguale. Diamo per scontato che Nord Stream 2 non entrerà mai in funzione, e che tutto il gas d’ora […]

  

War-Exit: se non ora, quando?

Il 17 Gennaio 1961, tre giorni prima del giuramento di John Kennedy alla Casa Bianca, il presidente uscente Dwight Eisenhower fece un discorso profetico, esprimendo concetti che hanno condizionato per sessant’anni la politica mondiale. Quel giorno Eisenhower si era congedato lanciando l’allarme sull’industria americana delle armi che negli anni della seconda guerra mondiale era cresciuta a dismisura. Quel comparto dava ormai lavoro a migliaia di americani, e stava diventando uno stato dentro lo Stato: «Dobbiamo guardarci dall’influenza ingiustificata, voluta o involontaria, da parte del complesso militare-industriale. Il potenziale per la disastrosa ascesa di un potere mal riposto esiste e continuerà […]

  

Kung Fu Panda

Oggi racconto un piccolo ma significativo evento personale. Dal cocuzzolo della collina dove abito, ieri sono andato in bicicletta in città che dista una decina di chilometri. In una via particolarmente trafficata, un’automobile ha fatto una manovra azzardata, e io l’ho mandata a quel paese. Proprio solo un gesto con la mano. Non il dito, per intenderci. L’auto mi ha sorpassato sgommando, per poi fermarsi poco più avanti. Quando l’ho raggiunta, una bella donna sui trentacinque anni, e imbufalita, mi ha lanciato il guanto di sfida: «Se vuole, scendo!» ha urlato minacciosa con la portiera già aperta. Credo di averla […]

  

Ucraina, notizie in bianco o nero

Sui media è cominciata la fase del nero o del bianco, Tinte unite. Bipolari. Non sono ammesse gradazioni intermedie. Se riferito al presente, trovo che sia giusto così: Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina e ora è il nemico. Punto. Ma la cultura del bianco o nero è come la cancel culture: è retroattiva. Si estende anche nel passato, e come una nube chimica in balia del vento, brucia tutto quello che incontra, rendendo indistinguibile il passato dal futuro. Le cause di quello che accade in Ucraina non importano più. Poco prima del mio ultimo articolo discutevo con un’amica di come […]

  

Ucraina, terra di confine

Nei primi anni Novanta ho vissuto per qualche tempo a Zlìn, Repubblica Ceca, ospite della tenera babička (nonnina) di uno scultore. Marie Holčíková era nata nel 1919, e ricordava ancora come un incubo il rombo degli aerei militari sovietici che per tutta la notte del 20 Agosto 1968 volavano a bassa quota nei cieli della Moravia, dalla Russia “con amore”. Ho aggiunto io “con amore”, ricordando l’incipit di Jacques e il Suo Padrone, dove Milan Kundera descriveva l’atteggiamento dei soldati russi all’indomani dell’invasione: «Noi amiamo voi Ceki!» disse a un posto di blocco l’ufficiale sovietico all’autore, dopo avergli fatto perquisire […]

  

La politica dei due cuori e una capanna

E’ successo di nuovo. Il 7 Aprile 2021, durante un vertice ad Ankara tra Unione Europea e Turchia, il presidente turco Recep Erdogan, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, entrarono in un salone con solo due poltrone e una specie di cuccia del cane in disparte. In seguito il video fu sottoposto a una meticolosa analisi Var, dove fu evidenziato lo scatto in avanti di Michel per accaparrarsi la poltrona alla destra di Erdogan. Ulteriori analisi dimostrarono come, sedendosi, Michel si fosse anche sistemato il “pacchetto” sacrificato in un […]

  

Benjamin Labatut, Quando Abbiamo Smesso di Capire il Mondo

Un giorno un giornalista chiese al primo ministro britannico Harold McMillan quale fosse stata la sfida più importante affrontata dal suo governo: «Events, dear boy, events!». Mi viene in mente queste frase quando cerco di decriptare l’enigma che regola il modo in cui un personaggio pubblico verrà ricordato. Uno può avere mille piani, ma alla fine sono gli eventi che mettono alla prova ognuno di noi. Ogni personaggio storico di prim’ordine NON verrà giudicato in base al comportamento medio della sua routine, ma dall’impresa più eclatante, la crisi, l’evento pubblico più importante che avrà affrontato. Più grande la crisi, e […]

  

The Babel bubble, la bolla di Babele

In periodi di incertezza, a noi casalinghidivoghera l’Economia appare molto più simile alla meteorologia (stocastica, non deterministica) che a tutte le altre scienze: in fondo le nuvole sono in movimento proprio come l’inflazione e la disoccupazione. Ma quando un meteorologo annuncia che nelle prossime ore potrebbe scatenarsi un uragano, tendiamo a credergli. Quando un economista ci avverte dell’esistenza di una bolla, lo accusiamo di disfattismo, oppure lo emarginiamo. E’ quello che in Italia sembra accadere a Geminello Alvi, un prestigioso economista e scrittore che su temi di politica monetaria si è sempre espresso fuori dal coro, ma da qualche tempo […]

  

Differenze tra xenofobia e razzismo endemico

Fino a qualche anno fa noi casalinghi di Voghera pensavamo che tutto il colesterolo fosse da eliminare. Poi, improvvisamente, cominciarono a fioccare articoli sul “colesterolo buono”. Il politicamente corretto è qualcosa di simile, nel senso che pretende di operare un taglio lineare, mettendo tutto il bene da una parte, e il male dall’altra: tutto il colesterolo di qua, zero colesterolo di là. Fu Giulio Tremonti l’inventore del tagli lineari. Negli anni in cui diventò urgente una seria revisione della spesa pubblica, l’allora Ministro delle Finanze adottò una specie di Letto di Procuste, one-size-fits-all (qui): la voce di spesa sotto scrutinio […]

  

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