Quando per l’informazione c’erano solo i giornali (tralascio, per esigenza retorica, tv e radio), seguivamo un percorso obbligato da pagina 1 a pagina 32, come nella casa delle streghe ai baracconi di carnevale.

Anche quando volevamo solo conoscere i risultati della serie A, era comunque necessario sfogliare le varie sezioni del giornale. In un ipotetico giorno di Settembre del 1978, saltavamo dalla prima pagina alla cronaca, poi politica e gli interni in cerca dello sport. Negli esteri, magari sorvolavamo distrattamente sugli accordi di Camp David, ma in quella frazione di secondo i protagonisti di quell’evento rimanevano impigliati nella nostra retina: Carter… Begin… Anwar. Il giorno dopo, sempre lo stesso percorso, e poi ancora per 365 giorni.

A un certo punto dell’anno avremmo perfino scoperto che “Anwar” era il nome, Sadat il cognome. Il rapporto tra Egitto e Israele sarebbe forse rimasto per noi un argomento ostico o noioso, ma quel rito omeopatico teneva accesa la fiammella pilota, e se durante la giornata qualcuno avesse nominato il presidente egiziano, il nostro occhio non sarebbe rimasto completamente spento.

L’informazione frammentata carpita sul web non potrà mai dare questo nutrimento omeopatico. C’è chi si emoziona solo leggendo di vulcani, lava, pietrapomice e lapillo, ma la lettura di un giornale dalla prima all’ultima pagina è come un filo rosso attraverso la realtà.

Mia zia Liana, 94 anni, non ha mai abbandonato il rito della lettura dei quotidiani. E’ probabile che abbia più informazioni LEI su Chiara Ferragni e Fedez, che un NON lettore di giornali su Richard Nixon. Se poi qualcuno le chiedesse dei due influencer, lei risponderebbe con «Si, boh!». Una sorta di dubbio sospeso su quel successo mediatico, ma anche il segno di una fiammella pilota sempre accesa.

 

L’immagine su questo blog è di Deborah Joy Bormann @deborahjoybormann.

Deborah nasce a Trieste, città di confine, da padre statunitense e madre spagnola. Vive a Bologna, Pisa, Amsterdam, Madrid, San Francisco. Una serie di coincidenze e passioni la porta a Torino, oramai città d’adozione.
Spirito indipendente, visionario e… disperatamente ottimista.
Madre, compagna, insegnante, arteterapeuta e artista.
Da sempre adora leggere, scrivere, pensare e creare.

Le idee espresse da Andrea nei suoi articoli non rappresentano necessariamente le opinioni e le convinzioni di Deborah.
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