Nella vita di tutti i giorni diamo quasi tutto per scontato, ma in realtà registriamo micro situazioni che messe insieme compongono un quadro pieno di dettagli. La sfida è riuscire a recuperare nella memoria tutti i pezzi, per poi metterli insieme come un puzzle.

Tempo fa lessi un articolo su due topi in continenti diversi: il topo brasiliano vinceva un premietto ogni volta che risolveva un certo problema. C’erano elettrodi collegati al suo cervello, e altri elettrodi allacciati al cervello di un topo statunitense che raccoglieva le attività cerebrali del suo collega brasiliano. Pur senza avere le stesse stimolazioni visive del sudamericano, il topo yankee risolveva il problema il 70% delle volte!

Una lettrice aveva commentato: «La prossima volta che siete su un mezzo pubblico, provate a fissare per più di 10 secondi qualcuno che NON sia nelle vostre immediate vicinanze. Vedrete che dopo un po’ se ne accorge. Questa non è telepatia, ma è l’esempio di come interagiscono cervelli diversi».

In realtà non ci rendiamo conto delle innumerevoli percezioni automatiche che diamo per scontate, e che si rivelano solo quando vengono a mancare. Con l’esempio qui sopra, lo sconosciuto potrebbe aver raccolto inconsapevolmente lo sguardo di un terzo individuo che ha notato me fissare lui, con tutto che rimbalza da uno all’altro.

Mi accorsi di una percezione automatica di cui non ero consapevole in una piscina omanita protetta da un tendalino che schermava i raggi solari durante la stagione calda. Dopo mesi di siccità, un giorno venne giù un nubifragio, e il tendalino filtrò sabbia nella piscina sottostante, rendendo l’acqua torbida per diversi giorni. Improvvisamente non avevo più punti di riferimento per fare la virata, pur vedendo il bordo della vasca nelle ultime due bracciate prima di raggiungerla.

Qual era il punto di riferimento automatico per misurare la virata? Di solito nelle piscine c’è la T nera sul fondo, ma la piscina di Sohar in Oman era senza T. Scoprii che il mio sguardo rimbalzava, senza che io glielo chiedessi, come un misuratore laser sull’angolo retto formato dal bordo e il fondo della vasca: con l’acqua torbida quell’angolo non era più visibile, e non riuscivo a calcolare lo spazio per la capriola.

La faccenda si complica con punti di riferimento automatici emotivi. Ci sono persone che diamo per scontate, ma ci accorgiamo di quanto fossero importanti solo quando non ci sono più.

 

L’immagine su questo blog è di Deborah Joy Bormann @deborahjoybormann.

Deborah nasce a Trieste, città di confine, da padre statunitense e madre spagnola. Vive a Bologna, Pisa, Amsterdam, Madrid, San Francisco. Una serie di coincidenze e passioni la porta a Torino, oramai città d’adozione.
Spirito indipendente, visionario e… disperatamente ottimista.
Madre, compagna, insegnante, arteterapeuta e artista.
Da sempre adora leggere, scrivere, pensare e creare.

Le idee espresse da Andrea nei suoi articoli non rappresentano necessariamente le opinioni e le convinzioni di Deborah.
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