Prendo in prestito il titolo da un messaggio di Meno Permeno, un commentatore di questo scalcagnato blog. Il seguente articolo non è rivolto al destinatario del commento originale, ma a un no-vax che ebbe il suo quarto d’ora di celebrità alla Zanzara su Radio 24, dove per mesi scelse di esibirsi come un fenomeno da baraccone. Non sono d’accordo con chi critica Giuseppe Cruciani per averlo esposto come l’uomo elefante, perchè Maurizio Buratti, morto il 27 Dicembre, era comunque uno dei tanti petali nella margherita del dissenso no-vax, ed è giusto che manifestasse il suo punto di vista in quel suo modo sguaiato e involontariamente divertente.

I no-vax ideologizzati come Buratti credono che la classe dirigente del pianeta sia improvvisamente impazzita, e si sia messa in testa di usare la pandemia per portare avanti loschi secondi, terzi e quarti fini. E’ abbastanza tipico che il no-vax ideologizzato sia prima di ogni altra cosa un no-tutto.

Esistono i no-tutto colti che impiegano molto del loro tempo a cercare e a catalogare le contraddizioni in un sistema di cose tutt’altro che perfetto. E’ come se ai tempi degli adesivi con sole che ride, chi era contrario al nucleare fosse andato a scartabellare nel progetto della centrale di Trino Vercellese, per poi denunciare al pubblico ludibrio le falle del sistema. Se col nucleare ci schieravamo in coda a gruppi di influenza che ritenevamo competenti abbastanza da meritare una nostra delega, nella solitudine del lockdown tutti sono diventati, in seguito alle proprie ricerche sulla pandemia, il gruppo di influenza di se stessi.

Sono sicuro che la data del 27 Dicembre segnerà una svolta, specialmente nella testolina del no vax âgée. Quando in Italia vennero introdotte le cinture di sicurezza obbligatorie sulle automobili, c’erano analoghe scene di isteria nella popolazione sopra una certa età che non tollerava imposizioni. Alcuni di loro circolavano muniti di certificati medici che li dispensavano dall’incombenza per farlocchi motivi di salute. Andavano molto le magliette e camicie con cinture serigrafate in diagonale, per far credere alle forze dell’ordine di essere regolarmente allacciati. Allo stesso modo, quando furono resi obbligatori gli specchietti retrovisori laterali sulle automobili, persone di una certa età circolavano con gli specchietti chiusi come le orecchie di un elefante da corsa: «Mi avete obbligato ad installarli, ma sia chiaro che non li userò mai!».

Un aspetto positivo di questa pandemia è che le nostre opinioni cambiano molto rapidamente. Davanti alla notizia della morte di «Mauro da Mantova», un brivido freddo ha percorso segretamente la spina dorsale del no-vax ideologizzato. La morte di questo moderno Rigoletto e la contemporanea esplosione della contagiosissima variante Omicron, cambierà la prospettiva delle migliaia di individui rincretiniti da cifre, grafici e formule farmaceutiche. In futuro molti di loro potrebbero guardare indietro con un certo imbarazzo alle convinzioni odierne, e tenderanno a derubricarle, come tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita, all’indomani di una brutta sbronza.

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