Dove eravamo rimasti? Ah, si… la Russia è brutta e cattiva, non solo oggi, dopo quello che ha combinato in Ucraina, ma fino alla fine dell’eternità. Non faremo MAI più affari con Lei, e per essere certi di non essere indotti in tentazione, un’anima previdente ha danneggiato il gasdotto Nord Stream che trasportava in Europa il gas a buon mercato.

Per sostituire il gas russo (Piano A), siamo andati in ginocchio dai nostri buoni amici arabi, Algeria e Qatar (Piano B). Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah, nel suo discorso urbi et orbi di Venerdì 3 Novembre, ha lanciato l’appello a tutti i Paesi musulmani. «Non fornite più petrolio a Israele». Se uno scenario del genere venisse mai imposto all’Europa, non dovremo far altro che rispolverare il segretissimo Piano C. Talmente segreto, che non esiste.

I nostri media polarizzano le opinioni scomode. Quando António Guterres, Segretario generale dell’ONU, ha dichiarato che gli attacchi di Hamas del 7 Ottobre non sono nati dal nulla, è stato trattato alla stregua dei comunisti che negli anni Settanta definivano i brigatisti “compagni che sbagliano”.

Tanto tempo fa, quando l’Ucraina era ancora una notizia di primo piano, le TV affidavano il compito di sostenere le tesi più spigolose a una persona priva di carisma e con atteggiamenti da bimbominkia. I siti di informazione potevano così riprendere le sue idee fuori dal coro, che abbinate alla fotografia, instillavano negli italiani l’autorevolezza di un orsacchiotto.

Appiattire la complessità del conflitto in Ucraina è stato il miglior modo per trovarci legati mani e piedi al Qatar, sponsor di Hamas. Possiamo evitare di fare lo stesso errore nella Striscia di Gaza?

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