In un articolo del 3 Novembre 2024, Federico Rampini raccontò che il multi decennale dominio dei Democrats negli stati della California e di New York aveva portato le sezioni locali del Partito Democratico su posizioni fanatiche e massimaliste.

Per limitare un analogo rischio di estremismo privo di pesi e contrappesi, alle elezioni presidenziali del 5 Novembre, il giornalista con doppia cittadinanza italiana e americana si rassegnò allo “split vote”, voto disgiunto: scelse Kamala Harris in modalità “anti-Trump”, pur giudicandola una pessima candidata, ma al Congresso votò Repubblicano, in modalità “anti-Kamala”. Si “turò il naso” per impedire il ritorno dell’impresentabile Trump alla Casa Bianca, e poi si “turò il naso” una seconda volta per accorciare il guinzaglio politico alla Harris, che negli ultimi quattro anni era passata dall’estrema sinistra a posizioni più moderate, senza mai spiegare la genesi del suo percorso.

Rampini aveva la tendenza di bollare come “filo putiniano” chiunque criticasse la Nato per l’espansione a est dell’alleanza in Europa, eppure era lo stesso identico principio espresso da lui nell’articolo, seppure espanso a livello globale: senza i check & balance di un’opposizione adeguata, un egemone esercita il suo potere in maniera arbitraria.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti commisero gravi errori di superbia. Scatenarono guerre preventive che provocarono centinaia di migliaia di morti. Implementarono deregolamentazioni che produssero enormi disparità economiche, che a loro volta resero le società democratiche sempre più simili a società feudali. Estinsero la categoria degli statisti, rimpiazzandoli con veri e propri “uomini-stato”, imprenditori che grazie a un’emissione di moneta senza precedenti finanziarono le loro imprese con soldi pubblici a zero tassi d’interesse, diventando più ricchi di intere nazioni. Ingrandirono a dismisura l’apparato statale, che s’intestò un enorme potere autoreferenziale, riducendo il potere politico quasi a un ruolo di rappresentanza.

Digressione. L’unico “puzzone” che nel Novembre 2024 meritava, votandolo, il gesto di turarsi il naso fu proprio lui: l’imprevedibile, inguardabile, e pericoloso Donald Trump, nemico dichiarato di quel sistema di potere statale torbido e magmatico. Fine digressione.

Poi è chiaro che dopo la fine della guerra fredda l’America fece anche cose buone, così come i Democrats newyorkesi e californiani. Qualsiasi capo assoluto, alla fine della sua vita controversa avrà comunque fatto cose buone, e sarà compito degli storici contare le luci e distinguerle dalle ombre.

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